Rapporti di lavoro

Finita la cassa buste paga provvisorie in attesa del rinnovo dell’aiuto

di Barbara Massara

In attesa della proroga degli ammortizzatori sociali, aziende e consulenti possono trovare difficoltà nella gestione amministrativa dei dipendenti per la mensilità di luglio 2020.

Le imprese che hanno esaurito le prime 18 settimane di cassa integrazione Covid-19 già nei primi giorni del mese di luglio, devono giustificare e gestire i giorni residui di inattività del mese, considerato che a oggi non vi è alcun documento ufficiale in merito alla proroga dell’ammortizzatore sociale.

Questa situazione di incertezza impedisce ai datori di lavoro di gestire i rapporti di lavoro in conformità alle previsioni di legge, secondo le quali i dipendenti hanno diritto a svolgere la propria prestazione lavorativa e a essere conseguentemente retribuiti, a meno che non vi sia una causa di sospensione del rapporto prevista e formalizzata secondo le procedure di legge, come avvenuto nei mesi scorsi.

Più complessa e incerta è in particolare la gestione dei dipendenti delle aziende la cui attività ad oggi non è sospesa per provvedimento normativo (ad esempio il settore ristorazione), e che stanno continuando a lavorare, sebbene con ritmi e volumi fortemente ridotti. Questi datori di lavoro, per non rischiare di comprimere i diritti e le tutele dei lavoratori, dovrebbero cercare di giustificare la mancata richiesta di prestazione lavorativa con ferie o permessi accantonati e non fruiti. Ma poiché tale situazione si protrae da almeno cinque mesi, durante i quali i vari Dpcm hanno sempre esortato il datore di lavoro a ricorrere alle ferie e ai permessi, per molti dipendenti i residui potrebbero già essersi esauriti. In alternativa, a inizio luglio avrebbero dovuto chiedere l’ammortizzatore sociale con causale ordinaria e relativa procedura, ma spesso questa soluzione non è stata attuata in attesa dell’annunciata proroga della “cassa Covid”.

Per superare questa incertezza si potrebbe gestire a livello operativo il libro unico del lavoro utilizzando, ad esempio, in maniera impropria cause di sospensione del rapporto come la generica “assenza/aspettativa non retribuita”, però contestualmente comunicando in modo trasparente ai propri dipendenti che tale situazione è eccezionalmente collegata all’attesa della proroga della Cig, da tempo annunciata dal Governo.

Una volta rinnovato l’ammortizzatore sociale, sarà necessario modificare retroattivamente le buste paga, nonché variare i flussi uniemens già trasmessi, aumentando in questo modo il rischio di errori e di conseguenti situazioni di irregolarità contributiva, con cui il prossimo anno dovremo ordinariamente abituarci a convivere.

Questi problemi operativi, per quanto secondari rispetto a quelli di tipo sanitario ed economico, rischiano di complicare ulteriormente la situazione e di rendere sempre più tesi i rapporti tra aziende, dipendenti, consulenti e organizzazioni sindacali.

È per questo importante che il prossimo decreto agosto presenti elementi di continuità con la prima tranche delle 18 settimane, posto che la bozza in circolazione sembrerebbe far decorrere le seconde 18 settimane dal 13 luglio, rischiando così di generare dei vuoti tra le due fasi di ricorso alla Cig, dato che la prima fase può essersi conclusa già il giorno 4 del mese scorso.

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