L'esperto rispondeRapporti di lavoro

Il rapporto con il procacciatore d’affari

di Braghin Massimo

La domanda

Un’azienda commerciale, con il suo venditore presente esclusivamente in negozio, può instaurare un rapporto diverso da quello di lavoro dipendente, ad esempio procacciatore d’affari, al quale sia riconosciuta una percentuale sulle vendite concluse in negozio? Il procacciatore (venditore) avrà gli orari liberi, non avrà vincoli di subordinazione, salvo garantire la presenza nei giorni del sabato e della domenica, ma avrà come unico cliente il negozio commerciale a cui fatturerà le provvigioni maturate mensilmente.

Il procacciatore d’affari è quella figura che con un mandato a titolo oneroso si occupa solo degli interessi del preponente a differenza del mediatore (legge 39/89 e Dlgs 59/2010), che mette in contatto le parti «senza essere legato ad alcuna da rapporti di collaborazione, di dipendenza e di rappresentanza» (articolo 1754 del Codice civile). Se il suo mandato riguarda affari concernenti beni mobili gli è dovuta la provvigione ma solo se si tratta di un’attività occasionale e non svolta professionalmente come previsto dal principio espresso dalla Sezioni unite della Cassazione con la sentenza 19161/2017 mentre se il procacciatore opera stabilmente con un preponente si configura allora un rapporto d’agenzia, che esula dall’applicazione della legge 39/89 e dal Dlgs 59/2010. Fatto salvo quanto sopra, il rapporto con il procacciatore potrà essere disciplinato come contratto d’opera in base all’articolo 2222 del Codice civile.

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