Rapporti di lavoro

Tirocini, in ritardo metà delle Regioni

di Francesca Barbieri

Se l’obiettivo era uniformare le regole, a otto mesi dal varo delle linee guida, non può dirsi di certo centrato. Le Regioni continuano infatti ad andare in ordine sparso sulla disciplina dei tirocini extracurriculari, quelli cioè realizzati al di fuori di un percorso di istruzione. Si tratta di stage formativi e di orientamento, rivolti a disoccupati e a lavoratori in cassa integrazione, ma anche a chi vuole cambiare lavoro e a persone disabili e svantaggiate. Una platea di oltre 300mila persone l’anno, per la maggior parte giovani, secondo gli ultimi dati del ministero del Lavoro.

Le novità previste dalle linee guida varate dalla Conferenza unificata il 25 maggio 2017 sono sostanzialmente tre: durata da un minimo di due a un massimo di 12 mesi; divieto di attivare stage per le imprese che abbiano licenziato nei 12 mesi precedenti; “premi” per chi assume i tirocinanti alla fine del percorso.

Il termine di sei mesi per recepirle è scaduto il 25 novembre scorso: data alla quale risultavano in regola appena sei Regioni (Lazio, Calabria, Sicilia, Basilicata, Veneto, Lombardia) più la provincia autonoma di Trento, secondo il rapporto di monitoraggio realizzato dal centro studi Adapt. A queste si sono aggiunte Marche, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta entro la fine del 2017. Infine,in base alle risposte fornite al Sole 24 Ore dagli assessorati regionali al lavoro, Friuli-Venezia Giulia e Sardegna sono in dirittura d’arrivo: la prima prevede l’entrata in vigore delle nuove regole entro la metà di febbraio, la seconda dopo il recepimento della giunta regionale attende il via libera definitivo. Anche in Campania l’iter è vicino alla conclusione: vaglio dell’ufficio legislativo e poi passaggio in consiglio regionale. In Toscana la proposta di legge sta per andare in Giunta.

In tutte le Regioni che non hanno completato il percorso di allineamento si continuano ad applicare le discipline che (con fatica) avevano recepito le precedenti linee guida, fissate dalla riforma Fornero, senza però arrivare a regole standard su durata, limiti numerici e rimborsi spese per gli stagisti.

«In ogni caso – commenta Michele Tiraboschi, direttore del centro studi Adapt e tra gli autori della ricerca - l’esigenza di uno standard uniforme non è stata raggiunta, per cui di fronte a una stessa ipotesi di tirocinio per attività analoghe sono previsti trattamenti anche molto differenziati, a partire da quello economico».

Così, in base alla regione in cui si trova, un tirocinante può ricevere un’indennità minima mensile da 300 a 800 euro. Al livello più basso troviamo Sicilia e Molise, mentre la più generosa è la regione Lazio (800 euro). Nel mezzo tutte le altre, con la maggior parte dei rimborsi spese fissati tra i 450 e i 600 euro.

Con riferimento alla durata, quasi tutte le Regioni, anche quelle adempienti, si discostano da quanto previsto dalle linee guida nazionali, fissando la durata massima non a 12 ma a 6 mesi, proroghe comprese (fanno eccezione Lombardia, Trento, Marche, Basilicata, Calabria e Sicilia).

In particolare, sottolineano i ricercatori di Adapt, la Regione Lazio dà una precisa giustificazione in merito alla scelta di applicare una diversa disciplina della durata massima, cioè tutelare la valenza formativa del tirocinio, che rischierebbe di venir meno con l’allungarsi da 6 a 12 mesi (proroghe incluse). Anche in Piemonte la durata massima è rimasta a 6 mesi, comprese le proroghe, eccezion fatta per le persone svantaggiate e per i disabili. La Lombardia, invece, sembra muoversi nella direzione opposta: proprio con l’obiettivo di permettere l’acquisizione di competenze riconducibili a un livello più elevato della scala prevista dal Quadro europeo delle qualifiche (livello 4 anziché 2 e 3) concede la possibilità di prorogare il tirocinio di altri 6 mesi rispetto ai 6 previsti.

A macchia di leopardo restano anche i limiti numerici dei tirocini attivabili in base alla dimensione dell’azienda. Già dalle precedenti linee guida del 2013, infatti, alle Regioni sono stati concessi spazi di autonomia. Lo schema più seguito è quello che vede un solo tirocinante per realtà fino a cinque dipendenti, due fino a 20 e un limite mobile pari al 10% dell’organico da 20 unità in su. Le nuove linee guida prevedono solo un meccanismo premiale per i datori di lavoro con più di 20 dipendenti stabili che assumono gli stagisti a fine del tirocinio, con un contratto di almeno sei mesi, che potranno attivare un maggior numero di stage oltre la soglia standard.

Leggi la mappa delle scelte delle Regioni sui tirocini

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