Rapporti di lavoro

Professionisti/1, ancora sulla carta crediti e sanzioni per la formazione

di Antonello Cherchi, Bianca Lucia Mazzei e Valeria Uva

Per i professionisti l’obbligo di restare aggiornati anche dopo l’iscrizione all’Albo rimane sulla carta. A conclusione del primo ciclo formativo (2014-2016 per la maggior parte delle categorie) resiste uno zoccolo duro di inadempienti. Tra il 25 e il 40% per i tecnici (architetti, ingegneri e geologi), sotto il 20% per gli avvocati, oltre il 40% per i giornalisti. E anche il sistema di sanzioni è in lento avvio.

Senza contare che per due professioni ordinistiche - psicologi e biologi - l’obbligo non è neanche partito. Per gli psicologi perché il regolamento varato nel 2013 non ha mai ricevuto il via libera del ministero e il Consiglio nazionale ne sta ora mettendo a punto uno nuovo. Mentre i biologi hanno attraversato una fase di commissariamento (da cui stanno emergendo) e il tema dell’aggiornamento è passato in secondo piano.

L’adempimento

Il decreto di riforma delle professioni (Dpr 137/2012) ha trasformato quello che per molti era un mero vincolo deontologico in un obbligo di legge generalizzato, lasciando agli Ordini la facoltà di auto-regolarsi. Una volta approvati i singoli regolamenti con obiettivi e sanzioni graduate fino alla sospensione dei recidivi, la maggior parte delle categorie è partita nel 2014. Dunque, questo dovrebbe essere il primo banco di prova del nuovo meccanismo.

I risultati

La rilevazione del Sole 24 Ore del Lunedì sui dati forniti dai Consigli nazionali mostra una situazione disomogenea. Al di là di consulenti del lavoro e commercialisti che non dispongono di un monitoraggio nazionale, la categoria con il più alto tasso di adempimento è quella degli avvocati, con l’82% degli iscritti al passo con l’obbligo. Buone performance anche per architetti e geologi (75%), mentre un po’ distanziati (62%) si trovano gli agronomi (il dato è stato calcolato sul 17% di chi è soggetto all’obbligo) e i giornalisti (55%). Per gli ingegneri (57% in regola) il dato coincide quasi del tutto con la quota di iscritti che svolge la libera professione. Discorso a parte per i periti agrari: l’obiettivo risulta centrato al 100%, ma grazie a un bonus di 90 crediti riconosciuto dal regolamento. Per le altre categorie, la mancanza di dati rende il bilancio impossibile. Segno che il sistema della formazione ha bisogno di significativi adeguamenti.

La vigilanza e le sanzioni

In linea di massima i procedimenti disciplinari aperti in questo primo anno di verifiche sono pochi. Fanno eccezione i geologi, che hanno avviato ben 734 procedimenti disciplinari.

Diverse categorie hanno concesso una moratoria per mettersi in regola (in alcuni casi c’è tempo fino al 31 dicembre prossimo). Sugli architetti, oltre alla moratoria di sei mesi, pesa il lungo iter di rinnovo dei Consigli di disciplina.

Per gli avvocati il rischio maggiore è costituito dalle sanzioni amministrative, ossia dalla cancellazione degli inadempienti dagli elenchi previsti da normative specifiche, come quello dei difensori d’ufficio o del patrocinio gratuito. Dall’indagine svolta dal Cnf, risulta che il 71% degli Ordini territoriali sta svolgendo i controlli che possono portare alla cancellazione mentre solo il 20% ha effettuato segnalazioni al Consiglio di disciplina. Il Dm 47/2016 ha inoltre inserito la formazione fra i requisiti necessari per la permanenza nell’Albo: entro aprile 2019 dovranno essere effettuate le verifiche, che non sono state però ancora avviate.

Dunque è impossibile avere un quadro complessivo di quanti siano davvero gli iscritti in regola. Il monitoraggio e la vigilanza sono affidati agli oltre cento Ordini e collegi sul territorio, che non sempre dialogano con il centro. A loro volta, i Consigli nazionali in questi anni si sono concentrati soprattutto sulle regole e sull’accreditamento delle migliaia di corsi ed eventi, gratuiti e non. In pochi dispongono di piattaforme informatiche centralizzate. Fra questi gli ingegneri, che monitorano la situazione di ogni iscritto con un alert quando si scende sotto i 30 crediti, situazione che fa scattare il procedimento disciplinare con il rischio di non poter più firmare i progetti.

Anche i notai conoscono da vicino la situazione e hanno avviato 14 procedimenti disciplinari. Piattaforma nazionale anche per giornalisti e architetti. Questi ultimi riescono a monitorare anche gli esoneri. Di fatto però nessuna di queste banche dati è aperta agli utenti dei servizi professionali (ci stanno lavorando i geometri).

Dopo quattro anni, quindi, manca ancora una delle funzioni chiave per cui il sistema di formazione continua era stato creato: ovvero la possibilità data ai clienti-cittadini di valutare anche l’aggiornamento del professionista e di utilizzarlo come elemento preferenziale di scelta.
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