Rapporti di lavoro

In Italia produttività del lavoro sotto la media Ue dal ’95

di Laura Cavestri

La produttività del lavoro in Italia è sotto la media Ue. E nonostante la crescita – celebrata in questi giorni come fattore di un’Italia di nuovo in movimento – sul fronte produttività, il paese mostra tutta la sua fragilità.

Come ha certificato ieri l’Istat, la produttività – intesa come misura della crescita del valore aggiunto dovuta al progresso tecnico, alla conoscenza e all’efficienza – è diminuita dello 0,4 nel 2016, dopo gli aumenti registrati sia nel periodo 2009-2014 sia nel 2015. In particolare, negli ultimi 21 anni, tra 1995 e 2016, la produttività del lavoro in Italia è cresciuta a un tasso medio annuo dello 0,3%, un dato che è «decisamente inferiore alla media Ue (1,6%)». Tassi in linea, invece, sono stati registrati da Germania (1,5%), Francia (1,4%) e Regno Unito (1,5%. Solo la Spagna ha registrato un tasso più basso (0,5%) rispetto alla media Ue ma più alto di quello dell’Italia.

Soffermandosi, poi, solo sul 2016, l’Istat rileva, in dettaglio, che se il valore aggiunto dell’intera economia ha registrato una crescita dello 0,9% rispetto al 2015, la produttività del lavoro, calcolata come valore aggiunto per ora lavorata, è diminuita dell’1 per cento, a sostanziale parità di ore lavorate.

Nei vent’anni presi in considerazione, i settori che hanno registrato i tassi di crescita di produttività del lavoro più elevati sono stati i servizi d’informazione e comunicazione (+2,5% medio annuo), l’agricoltura (+1,7%) e le attività finanziarie e assicurative (+1,3%). Variazioni negative si registrano, invece, per il settore delle attività professionali (-2,4%), per quello delle costruzioni (-1,0%) e per l’istruzione, sanità e servizi sociali (-0,9 per cento). Il comparto dell’industria in senso stretto, infine, ha segnato un incremento medio annuo dell’1 per cento.

L’economia italiana «sta mostrando positivi segnali di ripresa ma dopo sei anni di stagnazione il processo di recupero sarà probabilmente lungo» ha affermato ieri Standard & Poors. Tra i fattori positivi la crescita «degli investimenti grazie agli incentivi fiscali» e il «miglioramento delle condizioni di credito con la soluzione della crisi Mps e delle banche venete. Molto da fare, però , resta sulla “produttività del lavoro».

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