Rapporti di lavoro

Equo compenso, alt del Governo

di Giorgio Pogliotti

Il governo frena sull’introduzione dell’ equo compenso per i professionisti . Ieri in commissione Lavoro al Senato, dove si sta esaminando il Ddl Sacconi , il sottosegretario al Lavoro Franca Biondelli ha consegnato due pareri tecnici; il primo firmato dall’ufficio legislativo del ministero di Giustizia evidenzia criticità nel testo, il secondo dalla segreteria tecnica del sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi, secondo cui il testo «stabilendo di fatto una reintroduzione delle tariffe minime obbligatorie, sulla base della direttiva sevizi, dovrebbe essere notificato alla commissione europea prima della sua adozione».

Duro il commento del presidente della commissione, Maurizio Sacconi (Epi), che chiama in causa l’Esecutivo: «quelli presentati in commissione sono pareri tecnici che per noi non hanno alcun valore - ha detto -. Il governo, nella sua unicità, deve esprimersi con un sì o con un no o con emendamenti. Da parte nostra siamo interessati ad andare avanti, alla fine della discussione verranno votati gli emendamenti». Anche per la relatrice Annamaria Parente (Pd) serve un chiarimento: «vogliamo portare a termine il provvedimento, chiediamo al governo un approfondimento della materia perché vi sia compatibilità con la normativa europea».

Intanto cresce il pressing dei professionisti. Le associazioni dei commercialisti, in un comunicato congiunto, ritengono «giusto cercare dei parametri congrui per stabilire i corrispettivi delle prestazioni dei professionisti», propongono di «iniziare a rendere obbligatorio il riconoscimento di equo compenso partendo dai contratti con la Pubblica amministrazione (e con enti e società partecipate)». Per i commercialisti si potrebbe intervenire «ex ante impedendo bandi, incarichi e affidamenti in deroga ai minimi stabiliti da parametri e tabelle di riferimento o addirittura gratuiti, consentendo al professionista di percepire l’equo compenso senza dover ricorrere al giudice». Tali parametri «potrebbero diventare un benchmark di riferimento nei rapporti con i committenti privati» secondo Adc, Aidc, Anc, Andoc, Unagraco, Ungdec e Unico.

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