Rapporti di lavoro

Occupazione in lieve crescita

di Giorgio Pogliotti

Continua a crescere il numero degli occupati (+36mila), ma anche ad agosto il mercato è spinto esclusivamente dai contratti a termine, accentuando una tendenza già vista nei mesi precedenti: rispetto a luglio se ne contano 45mila in più, mentre calano i permanenti (-2mila) e gli indipendenti (-7mila). La crescita congiunturale interessa tutte le fasce d’età, ad eccezione dei 35-49 enni.

Guardando ai tendenziali, l’Istat evidenzia che ad agosto, rispetto allo stesso mese del 2016, ci sono 375mila occupati in più, anche in questo caso sono quasi tutti contratti a termine (+3560mila), più contenuta la crescita di quelli permanenti (+66mila), in caduta libera gli indipendenti (-42mila), anche per la stretta operata dal Jobs act sulle false collaborazioni. Sul tasso di occupazione che sale al 58,2% (+1% su agosto 2016) - tornato sul livelli di novembre 2008 in avvicinamento al picco del 58,8% pre-crisi - incide la crescita delle donne occupate che raggiungono il 48,9% (+0,8%) che è il dato più alto dall'inizio delle rilevazioni Istat, ma resta tra i più bassi d’Europa. Al netto dell’effetto della componente demografica, avverte l’Istat, su base annua cresce l’incidenza degli occupati per tutte le fasce d’età. La crescita maggiore interessa gli over 50enni (+354mila).

Cala il tasso di disoccupazione (11,2%) sia sul fronte congiunturale (-0,2%) che tendenziale (-0,4%): rispetto a luglio ci sono 42mila disoccupati in meno, nel confronto con agosto 2016 sono 60mila in meno. È un andamento che interessa in modo più consistente tutta l’Area euro dove il tasso medio dei disoccupati si ferma al 9,1% (stabile rispetto ad luglio, in calo rispetto al 9,9% di agosto 2016), che è il dato più basso da febbraio 2009 . Nei 28 Paesi della Ue in media il tasso di disoccupati è al 7,6 (rispetto al 7,7% di luglio e all’8,5% di agosto 2016). Quanto ai giovani, la disoccupazione giovanile in Italia è scesa al 35,1%(-0,2% su luglio e -2,2% su agosto 2016), ma resta pari al doppio della media della Ue (16,7%) e ben distante dal 18,9% dell’Area euro, confermando per il nostro Paese la terzultima posizione (dietro Spagna e Grecia). In calo anche gli inattivi ,sono -391mila su base annua e -9mila rispetto a luglio.

«Prosegue la tendenza di medio-lungo periodo di crescita dell’occupazione - sottolinea il ministro Giuliano Poletti (Lavoro) «+978mila occupati da febbraio 2014, dei quali 565mila permanenti» con un «rilevante crollo degli inattivi -921mila da febbraio 2014 e dei disoccupati -368mila da febbraio 2014». Parla di Mercato «rattrappito» Maurizio Sacconi (Epi): «la moderata crescita degli occupati è conseguenza di una ripresina trainata dalla domanda estera del commercio globale e del turismo». Per l’economista del lavoro, Carlo Dell’Aringa «le difficoltà dei lavoratori 35-49 anni sono in parte legate alle ristrutturazioni aziendali in corso e alla Cig meno generosa, ma testimoniano anche come i problemi dei giovani di 10 anni fa che adesso entrano nella fascia mediana del mercato del lavoro non si siano risolti. Servono interventi mirati, e il rapido decollo di politiche attive e ricollocazione». Affida ad un tweet il commento Renato Brunetta (Fi): «Grazie a governo @matteorenzi in Italia abbiamo un esercito di poveri, di disoccupati e di precari. E lui a fare elogio Jobs act». Per Tania Scacchetti (Cgil) si «confermano le difficoltà dettate da una ripresa fragile, congiunturale, fondata su un incremento dell’occupazione in grossa parte precaria, che non premia i giovani».

I dati Istat

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