Rapporti di lavoro

Pa, permessi e distacchi dimezzati e «flessibili»

di Gianni Trovati

Arriva l’utilizzo «flessibile» delle prerogative sindacali, con la possibilità di forme di scambio fra i distacchi veri e propri e i permessi a ore per costruire meccanismi più vicini alle esigenze dei singoli settori.

È stato firmato ieri all’Aran il contratto collettivo quadro che riscrive le regole delle prerogative sindacali nella Pubblica amministrazione, riordinandole in un testo unico che sostituisce in tutto e per tutto, e redistribuisce i permessi e i distacchi nei quattro comparti frutto dell’accorpamento degli 11 vecchi contratti nazionali della Pa. L’intesa attua in via strutturale anche il dimezzamento delle prerogative sindacali previsto dal decreto 90 del 2014: i distacchi, per i sindacalisti “a tempo pieno”, sono in tutta la pubblica amministrazione 1.137, in maggioranza (381) nel comparto di istruzione e ricerca seguito dalla Pubblica amministrazione centrale (290) e da Regioni ed enti locali (271); alla sanità toccano 194 distacchi, mentre l’ultimo residuo va a Palazzo Chigi che si è salvato in extremis dalla giostra degli accorpamenti.

«È un accordo importante sulle regole per il futuro - rilancia la ministra per la Pa Marianna Madia -, ora passiamo al contratto». E anche su questo fronte i lavori per riavviare la macchina sono in corso. Dopo le riunioni d’avvio per il rinnovo nella Pubblica amministrazione centrale, sono attesi a breve gli atti di indirizzo per la sanità e per la scuola, mentre potrebbe richiedere qualche tempo in più quello relativo a Regioni ed enti locali. In ogni caso, l’impegno dell’Aran è di far seguire immediatamente all’atto di indirizzo le convocazioni dei tavoli, per far partire in tutti i casi possibili le trattative prima della pausa estiva. Anche se i giochi veri, inevitabilmente, prenderanno corpo insieme alla legge di bilancio.

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