Rapporti di lavoro

Scioperi, sciogliere nodo rappresentanza e adesioni preventive

di Giorgio Pogliotti

La conflittualità nei servizi pubblici essenziali «resta alta», spesso è promossa da micro sindacati scarsamente rappresentativi che «vi ricorrono per avere auto legittimazione e visibilità, piuttosto che in reale funzione di autotutela di interessi collettivi».

La denuncia è contenuta nella relazione annuale presentata ieri a Montecitorio, dal presidente della commissione di Garanzia sugli scioperi, Giuseppe Santoro Passarelli, che ha ricordato come le proclamazioni di sciopero nel 2016 sono complessivamente cresciute rispetto al 2015 (2.352 contro 2.261 ), così come il numero degli scioperi effettuati a tutti i livelli (1.488 contro 1.471), mentre sono diminuite le giornate interessate da azioni di sciopero (da 939 a 840), anche per effetto delle revoche dei sindacati e dei richiami dei Garanti che hanno segnalato preventivamente l’illegittimità di 466 iniziative di protesta. Oltre «all’utilizzo distorto del diritto di sciopero», l'altra grave criticità è la mancanza di «proporzionalità tra il disagio causato agli utenti e lo sciopero proclamato senza un diffuso consenso sindacale». Per Santoro Passarelli «appaiono ormai maturi i tempi per una seria riflessione, anche in sede legislativa, sull’opportunità di trovare dei sistemi di governo del conflitto», per collegare il «potere di proclamare uno sciopero nei servizi pubblici essenziali al raggiungimento di parametri di rappresentatività». Come riferimento è citato il Testo unico del 2014 firmato da sindacati confederali e Confindustria (individua la soglia di rappresentatività del 5% come mix tra iscritti e voti alle elezioni alle Rsu).

Per settori particolarmente sensibili, come la scuola o i trasporti pubblici locali, l’orientamento prevalente della commissione è di sollecitare le parti sociali ad inserire negli accordi sulle prestazioni indispensabili clausole sulla «comunicazione preventiva di partecipazione allo sciopero», rendendo possibile l’erogazione del servizio commisurata all’effettivo numero di adesioni: «Diverrebbe finalmente censurabile e sanzionabile - aggiunge il presidente dei Garanti - il comportamento di aziende che, a fronte di scioperi che raccolgono il 5-6% di adesioni, sospendono il servizio o si limitano a fornirne la sola soglia minima».

La comunicazione preventiva è prevista anche dal testo base elaborato dalla commissione Lavoro del Senato, il cui esame ha subìto un ennesimo stop su richiesta del Pd: «Sposiamo la tesi - spiega il presidente, Maurizio Sacconi (Epi) - della comunicazione anticipata dell’adesione individuale e della revoca collettiva, così da consentire la programmazione e l’informazione circa i servizi». Sul fronte sindacale contraria a modifiche alla legge sugli scioperi è Susanna Camusso (Cgil), mentre Annamaria Furlan (Cisl) chiede che la «rappresentanza sia al centro della rivisitazione della legge», e Carmelo Barbagallo (Uil) rilancia lo «sciopero virtuale».

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