Rapporti di lavoro

Electrolux, tornano sabati e straordinari

di Emanuele Scarci

“Otto ore per sempre”: così recita il tazebao con cui le Rsu dello stabilimento veneto di Electrolux a Susegana hanno annunciato la richiesta dell’azienda svedese di alzare da 6 a 8 le ore per turno di lavoro fino a dicembre, insieme a 6 sabati di straordinario di 6 ore da farsi tra fine agosto e settembre. La produzione annuale dovrebbe quindi salire di 10mila frigoriferi a 830mila pezzi.

I lavoratori esprimono la voglia di uscire dai contratti di solidarietà (che comunque si esauriranno definitivamente nel marzo 2018) ma che la ripresa del mercato sia così solida da far uscire il grande stabilimento di Susegana (ha oltre 900 addetti) dalla solidarietà non è certo. L’azienda infatti precisa che, secondo gli accordi sottoscritti, era previsto che si salisse a 8 ore di lavoro fino a ottobre per il consueto picco stagionale. Quindi la novità è solo per il bimestre novembre-dicembre.
«È un segnale di vitalità di Susegana - commenta Sandro Rui, delegato Fiom - anche in vista della discussione sul nuovo Piano industriale. Nel 2016 la fabbrica è cresciuta molto, grazie anche a un prodotto da incasso che riscuote il gradimento del mercato europeo, soprattutto Regno Unito e Germania».

Allora tutto a posto? No, rispondono le Rsu. La prossima settimana dovranno consultare i lavoratori, ma già da adesso obiettano che prima di accettare la proposta dell’azienda dovranno essere risolti i problemi organizzativi che sarebbero causa della perdita di pezzi, come «le pedane, gli avviatori e i trenini che portano i materiali». Inoltre i delegati hanno chiesto all’azienda che le linee di montaggio «vadano a regime con il numero di lavoratori adeguato e con i turni a pieno».

Secondo i sindacati alcuni posti di lavoro resterebbero scoperti e chiedono che non si rinunci ai lavoratori in trasferta da Solaro (in grande difficoltà) e che Electrolux proceda con le assunzioni (richiesta non nuova). Infine i sindacati hanno rilanciato sulla terza settimana di ferie tra luglio ed agosto che è però stata bocciata dall’azienda per le esigenze produttive imposte dal picco stagionale.

«Dal prossimo marzo - aggiunge Rui - cesserà la solidarietà a 6 ore. E per due anni non avremo più questo paracadute. Ma se la domanda tira ne usciremo senza traumi, come accade nello stabilimento di Forlì».

L’anno scorso il gruppo mondiale Electrolux ha chiuso un buon bilancio: con ricavi in calo da 124 miliardi di corone svedesi a 121, ma con un’incidenza dell’utile operativo su fatturato in forte crescita, dal 3,9% al 5,2%. E un cash flow di 9,1 miliardi (da 8,8). In Europa le vendite complessive sono cresciute del 2,9% e in Italia dell’1,7% che potrebbe essere replicata anche nel 2017. Mentre è previsto un rallentamento del mercato europeo a causa di Brexit.

Nell’ultimo incontro ministeriale di verifica del piano di crisi industriale sottoscritto nel maggio del 2014, Electrolux ha sostenuto di aver investito 57 milioni, il doppio del programmato, con una forte accelerazione su automazione e digitalizzazione dei processi. Secondo le Rsu l’impatto sulla produttività sarebbe tra 4 e il 5% l’anno. L’andamento dei volumi di vendita si conferma in linea con quanto previsto dal piano 2014 per i 4 stabilimenti: intorno ai 4 milioni di pezzi ma con una situazione degli stabilimenti diversificata. Per esempio, Solaro è in grave ritardo sul piano (570mila pezzi su 890mila previsti) mentre il sito di Forlì è oltre 1,5 milioni di pezzi sopra il piano.

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