Rapporti di lavoro

Il sindacato cerca fiducia e iscritti

di Cristina Casadei

Attenendosi, neppure troppo banalmente, ai numeri, la fiducia nel sindacato scricchiola. E i rumori si fanno sempre più forti tra i giovani e tra chi è verso la fine del proprio percorso di carriera. A dirlo sono alcuni accordi sottoscritti dal sindacato ma che sono stati clamorosamente bocciati dai lavoratori. Ma sono anche le voci che arrivano da un territorio che non è un fanalino di coda, ma una delle regioni più floride d’Italia, la Lombardia, dove la Cisl, in collaborazione con Euromedia research, ha realizzato una ricerca che ha coinvolto 4mila persone, di cui 2.000 iscritte al sindacato (la maggior parte Cisl, ma anche Cgil e Uil) e 2.000 non iscritte. Innanzitutto va detto che guardando lo storico degli iscritti si è passati dai 772.839 del 2013 ai 741.604 del 2016 con una perdita del 4 per cento. Con le dovute eccezioni perché se guardiamo ai bancari e agli assicurativi della First, la categoria ha conquistato nello stesso periodo di tempo il 10,1% di iscritti, mentre gli addetti al commercio e al turismo della Fisascat sono cresciuti del 13,3% e i somministrati della Felsa 19,9%. Soffrono i chimici, i tessili, l’edilizia, la funzione pubblica, gli alimentaristi.

Al XII congresso nazionale della Cisl Lombardia dove oggi interverrà anche il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, qualche domanda i delegati del sindacato se la sono fatta. Le risposte dei lavoratori sono durissime quando si pensa al loro ruolo. La fiducia nel sindacato (da 1 a 10) strappa un 6,57 tra i tesserati Cisl e un 6,79 tra i tesserati degli altri sindacati. Tra i non tesserati il sindacato conquista 5,19. Insomma la promozione arriva solo tra i tesserati ma arriva per poco più di un soffio. Chi è iscritto lo è per un ideale di solidarietà tra i lavoratori, perché crede che sia importante che i lavoratori abbiano qualcuno che li rappresenti, per avere qualcuno che aiuti in caso di problemi nei rapporti di lavoro, perché quando ne ho avuto bisogno mi ha aiutato. Tra i non iscritti e il sindacato aumenta invece la distanza che sembra crescere sul terreno del vissuto negativo. C’è chi sostiene che i diritti li difende meglio da solo, senza sindacato, c’è chi dice che è inutile perché nel monento del bisogno non è stato di aiuto, c’è chi pensa che il sindacato stia più dalla parte dell’azienda che dalla parte dei lavoratori e poi c’è chi afferma che il sindacato fa politica invece di occuparsi dei problemi dei lavoratori.

Ma a cosa deve provvedere il sindacato? Salario, reddito, occupazione sono la priorità per tutti gli intervistati. Al 2° posto, per i giovani e i pensionati si collocano la sanità, le pensioni e gli ammortizzatori. L’erogazione dei servizi è al terzo posto per gli under30, al quarto per i lavoratori attivi e i pensionati. «I risultati della ricerca ci sfidano sulla linea d’azione per il prossimo futuro – commenta Ugo Duci, segretario generale della Cisl Lombardia -. Rafforzano la nostra idea che il sindacato debba innovarsi, aprirsi con decisione ai giovani, cambiare passo e accorciare le distanze». Per questo nei prossimi mesi la Cisl Lombardia svilupperà «un laboratorio giovani, per coinvolgere giovani, sindacalisti e non, nello sviluppo di nuove idee per l’evoluzione dell’attività sindacale - dice Duci - e lanceremo un Bando delle idee per il lavoro».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©