Rapporti di lavoro

Dalle Casse private più aiuti ai professionisti in difficoltà

di Maria Carla De Cesari

Il disegno di legge sul lavoro autonomo , approvato definitivamente il 10 maggio , contiene alcune misure di tutela in caso di malattia, maternità e disoccupazione per professionisti e partite Iva.

Gli interventi riguardano, in particolare, i freelance iscritti alla Gestione separata , senza altra copertura previdenziale. La maggior parte delle misure, come l’estensione della disoccupazione (con l’ampliamento della platea e una più favorevole base di calcolo) o l’indennità di malattia per patologie gravi anche in caso di cure domestiche (indennità al 100% fino a 180 giorni) non richiede atti normativi, anche se probabilmente saranno necessarie istruzioni da parte dell’Inps.

Per i professionisti iscritti agli Albi, che appartengono alle Casse private, il legislatore ha invece previsto la possibilità di ampliare l’offerta dei servizi offerti dalle associazioni. Lo strumento legislativo è quello della delega, che dovrà essere esercitata entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge (il giorno successivo alla pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale»).

La legge sul lavoro autonomo prevede che gli enti di previdenza privati possano mettere in campo, anche in forma associata, particolari forme di sostegno per gli iscritti: per coloro che sono colpiti da gravi malattie o per quanti, per ragioni indipendenti dalla loro volontà, abbiano subito sensibili cali nel reddito professionale.

Le Casse di previdenza privata già ora offrono agli associati “piani” per la tutela socio sanitaria e, negli ultimi anni, hanno definito misure per far crescere il valore delle prestazioni pensionistiche, soprattutto per le prestazioni determinate con il calcolo contributivo. La nuova delega potrebbe facilitare alleanze tra le Casse, soprattutto quelle di “nuova” istituzione in base al decreto legislativo 103/1996, per costruire pacchetti innovativi di aiuti. In ogni caso, queste misure dovranno essere finanziate da «apposita contribuzione» a carico degli iscritti alle Casse. Nessun onere sarà a carico della finanza pubblica.

Il Governo è pure chiamato a rivedere i requisiti per alcune prestazioni dedicate agli iscritti della Gestione separata, senza altre forme di copertura previdenziale. È infatti prevista la riforma delle condizioni di accesso all’indennità di maternità, con l’introduzione di minimali e massimali e con l’estensione del periodo in cui si collocano i tre mesi di contribuzione necessari per vantare il diritto. Attualmente occorre aver versato almeno tre mensilità di contribuzione nei 12 mesi precedenti la data presunta del parto. Con la delega le tre mensilità di contribuzione potranno essere individuate durante un tempo più esteso dei 12 mesi, favorendo così chi ha subito interruzione nei contratti.

L’altro intervento verterà sull’indennità di malattia, per la quale potrebbe aumentare la platea dei beneficiari. Per queste misure il Governo mette un’ipoteca sulla contribuzione, che potrebbe aumentare dello 0,5 per cento (già ora la contribuzione aggiuntiva dello 0,72 paga malattia e maternità).

Sui temi delle pensioni, del welfare e della formazione continua si aprirà un «tavolo di confronto» al ministero del Lavoro, che si assume il compito di monitorare l’universo delle partite Iva e dei professionisti. A questo tavolo siederanno i rappresentanti designati dal ministero del Lavoro e delle «associazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative a livello nazionale». Con questa espressione si riprende una definizione propria della contrattazione del lavoro subordinato, che forse poco si attaglia al confronto sugli autonomi, partite Iva, freelance o professionisti organizzati in Ordini.

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