Rapporti di lavoro

A gennaio +30mila occupati In aumento i contratti stabili

di Giorgio Pogliotti

Gennaio va in archivio con 30mila occupati in più rispetto a dicembre, soprattutto per la spinta dei lavoratori permanenti (+21mila) e indipendenti (+36mila), mentre i contratti a termine sono in calo (-28mila). Il tutto è andato a vantaggio degli uomini e degli ultracinquantenni, per effetto dell’aumento dell’età pensionabile.

È una crescita congiunturale di dimensioni assai contenute quella evidenziata dall’Istat a gennaio, mese caratterizzato ancora da un quadro economico ricco di incertezze e che coincide con l’inizio degli incentivi mirati per giovani e Sud al posto dello sgravio contributivo generalizzato per le assunzioni a tempo indeterminato. Il tasso di occupazione a gennaio raggiunge il 57,5%, il più alto registrato dall’Istat da maggio 2009, anche se la platea di occupati resta ben lontana dal 70% circa che si registra in media nell’Unione europea. In Italia per gli uomini il tasso di occupati è al 67%, mentre per le donne è ancora fermo al 48,1%, uno dei livelli più bassi in Europa. Se il confronto si fa su base annua, rispetto a gennaio 2016, ci sono 236mila occupati in più, ma l’incremento più forte riguarda i lavoratori con contratti a termine (+136mila), per i permanenti la crescita è più limitata (+57mila), così come per gli indipendenti (+43mila). Per il premier, Palo Gentiloni «L’Italia è in una fase di crescita, anche in termini di occupazione. Tuttavia questa crescita e capacità di occupazione sono limitate e hanno bisogno di essere accompagnate». Il presidente del Consiglio pensa che «l’Ue sia la cornice che serve ad aiutare questa crescita», le celebrazioni del 25 marzo a Roma per i sessant’anni della firma dei trattati Ue «saranno un’occasione molto importante per dare un segnale di rilancio».

Tornando ai dati Istat, il tasso di disoccupazione all’11,9%, è stabile rispetto a dicembre ma in crescita nel confronto con gennaio 2016. Su base mensile si contano 2mila disoccupati in più, mentre su base annua i senza lavoro sono 126mila in più. Tra i giovani, poi, il tasso di disoccupazione è al 37,9%, in calo rispetto al 39,2% del mese precedente e al 38,7% di gennaio 2016, ma resta pur sempre uno dei tassi peggiori in Europa. Secondo Eurostat l’Italia occupa la terzultima posizione tra le nazioni europee (peggio di noi fanno solo Spagna e Grecia), mentre nella zona euro la disoccupazione giovanile a gennaio è scesa al 17,7% e nella Ue-28 si è ridotta al 20%. Anche guardando a tutte le fasce d’età, l’andamento italiano è in controtendenza con la zona euro, dove in media la disoccupazione si attesta al 9,6% (gennaio è il dato più basso da maggio 2009), e scende all’8,1% nella Ue-28 (miglior dato da gennaio 2009). Il tasso di inattività,si attesta al 34,6% in calo rispetto a dicembre (-42mila) e rispetto a gennaio 2016 (-461mila), ma questo calo su base mensile interessa tutte le fasce d’età meno i giovani, scoraggiati, che restano fuori dal mercato del lavoro.

Il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, evidenzia che «da febbraio 2014 cresce di 711mila unità il numero degli occupati, 509mila dei quali sono lavoratori stabili, e con un tasso di occupazione giovanile in aumento di 1,2 punti percentuali», mentre i disoccupati «diminuiscono complessivamente di 175mila unità, con un calo di 5,5 punti percentuali del tasso di disoccupazione giovanile». Critico Maurizio Sacconi (Ap)che parla di un mercato del lavoro «stagnante sulla base di una altalena tra modesti incrementi e modesti decrementi», dove permane il «divario con la media europea e con i Paesi più industrializzati, nonostante la ripresina economica». Per Renato Brunetta (Fi) «viste le risorse finanziarie immesse è un magro risultato».

Intanto a quasi un anno dal via al Fondo di integrazione salariale, che dà un sostegno al reddito ai dipendenti delle imprese in crisi privi di cassa integrazione - la Cgil denuncia una «preoccupante impasse» sollecitando l’Inps a erogare le prestazioni: «74.313 lavoratori sono senza stipendio né ammortizzatori, avrebbero diritto alle erogazioni del Fondo, ma non ne hanno beneficiato» su «9,5 milioni di ore richieste sono autorizzate 1 milione».

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