Rapporti di lavoro

Dieci tasselli che mancano all’appello

di Alessandro Rota Porta


Sono una decina i provvedimenti che devono essere emanati per definire l'ossatura operativa del nuovo impianto delle politiche attive disegnato dal Jobs Act: da questa tabella di marcia dipenderanno non solo le sorti dell'Anpal ma anche quelle di tutta la governance del sistema. Ad oggi, a parte il via libera del consiglio dei ministri alla nomina del presidente dell'agenzia - che si dovrà occupare di gestire le procedure tracciate dal decreto legislativo 150/2015 – e alla bozza di statuto mancano ancora all'appello tutti i provvedimenti attuativi previsti (i cui termini per l'emanazione sono ormai scaduti per quasi la maggior parte di essi).
In sostanza, ci si trova in una fase di transizione dove le nuove regole sulle politiche attive possono essere applicate solo in parte, mancando la costituzione dei meccanismi di funzionamento del sistema. Un esempio è quello della definizione dello stato di disoccupazione, sulla quale è intervenuto di recente il ministero del Lavoro con la circolare 34/2015 per chiarire la metodologia applicativa dei nuovi requisiti nelle more dell'istituzione del portale nazionale delle politiche attive, una delle diverse tessere che mancano per completare il puzzle.
Volendo fare un breve monitoraggio, i provvedimenti attesi spaziano dai decreti del presidente del Consiglio dei ministri che devono provvede all'individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane e strumentali da trasferire dal ministero del Lavoro all'Anpal, ivi compresa la cessione dei contratti ancora in corso, nonché delle modalità e procedure di trasferimento.
Serve poi la definizione dello statuto dell'Anpal, che deve essere adottato con un decreto del Presidente della Repubblica, così come le nomine del consiglio di amministrazione, del consiglio di vigilanza e del collegio dei revisori.
Inoltre, con decreto Lavoro-Economia, da emanarsi entro il 31 gennaio di ogni anno, potranno essere assegnate all'Anpal quote di risorse relative agli anni decorrenti dal 2016 riferite alla quota parte del Fondo per l'occupazione e ad altri capitoli specifici.
Insomma, va riconosciuto come il progetto richieda tempo ma le tempistiche con cui saranno realizzati questi processi incideranno non poco sulle sorti dello stesso.

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