Rapporti di lavoro

Finanziamento a ostacoli per le piccole aziende

di Alessandro Rota Porta

L’anticipazione mensile in busta paga delle quote di Tfr era nata come un’operazione semplice, con l’obiettivo di mettere qualche soldo in più nelle tasche dei lavoratori che avessero voluto esercitare l'opzione.
Dalle intenzioni ai fatti, l’istituto ha perso tutto il suo appeal e rischia di creare non poche criticità ai soggetti coinvolti nella procedura: oltre ai lavoratori, penalizzati dalla tassazione meno favorevole sulla Quir, le ripercussioni toccano anche i datori di lavoro, non solo per il peso “burocratico” che dovranno sostenere (raccolta delle adesioni, verifica delle condizioni, conteggio in busta paga, integrazione delle denunce Uniemens, comunicazioni ai fondi complementari eventualmente coinvolti, e così via) ma, soprattutto – per le aziende con meno di 50 addetti – per le difficoltà che dovranno sostenere per accedere al sistema di finanziamento progettato ad hoc.
Se è vero, infatti, che i datori non in grado di sopportare direttamente gli oneri della Quir possono aderire al prestito previsto dalla legge, non si può nascondere che l’iter è assai macchinoso e non privo di costi.
In sintesi, chi si vorrà affacciare a questa procedura, dovrà affrontare diversi passaggi: richiedere all'Inps la certificazione sulle caratteristiche aziendali per l’accesso al finanziamento; consegnare alla banca aderente alla convenzione Abi-Economia-Lavoro la certificazione e la visura camerale; attendere che entro il 5 di ogni mese l’Inps comunichi alla banca le quote di Tfr mensile oggetto del prestito (l’Inps ha tempo 60 giorni); ricevere mensilmente le somme (fra il quinto e il terzo giorno precedente il saldo paga).
Dal canto suo, il dipendente – in questi casi – dovrà aspettare l’erogazione della Quir al terzo mese successivo alla domanda.
E’ evidente che l’Inps giocherà un ruolo chiave e tutto dipenderà dalla piattaforma gestionale dalla quale passeranno queste informazioni.
Infine, terminato il prestito (a giugno 2018), oltre a tutte le quote di Quir anticipate dalla banca, il datore dovrà versare gli interessi, senza contare le spese notarili e gli oneri fiscali per l’accensione del prestito.

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