Rapporti di lavoro

Tfr: i riflessi delle quote mensili in busta paga

di Luca Vichi

In via sperimentale, in relazione ai periodi di paga decorrenti dal 1º marzo 2015 al 30 giugno 2018, i lavoratori dipendenti del settore privato, esclusi i lavoratori domestici e i lavoratori del settore agricolo, che abbiano un rapporto di lavoro in essere da almeno 6 mesi presso il medesimo datore di lavoro, possono richiedere (manifestazione di volontà) al datore di lavoro medesimo, entro i termini definiti con un apposito Dpcm, di percepire la quota maturanda di cui all'articolo 2120 del codice civile, al netto del contributo di cui all'articolo 3 della legge 297/1982, compresa quella eventualmente destinata ad una forma pensionistica complementare tramite liquidazione diretta mensile della medesima quota maturanda come parte integrativa della retribuzione.
Al fine di tentare di illustrare i riflessi indiretti della percezione delle quote mensili del Tfr in busta paga di seguito si propongono due esempi:

il primo prevede il pagamento mensile delle quote di Tfr,

il secondo prevede l'accantonamento delle stesse quote secondo quanto previsto dall'articolo 2120 del codice civile.

Al di là delle evidenti discordanze del netto a pagare può essere interessante valutare i riflessi della percezione mensile del Tfr sulle detrazioni d'imposta.

Busta paga con TFR

Busta paga senza TFR

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