Rapporti di lavoro

Lavazza disdetta l’integrativo di Settimo Torinese

di Emanuele Scarci

Lavazza e sindacati vicini al punto di rottura. Lavazza ha confermato l'intenzione di disdettare l'attuale contratto integrativo aziendale per il sito di Settimo Torinese. La multinazionale del caffè però non chiude e annuncia di voler “avviare un percorso di negoziazione serrato e costruttivo che definisca al più presto il nuovo accordo”.

Obiettivo di Lavazza, che negli stabilimenti italiani ha investito circa 100 milioni negli ultimi tre anni, è quello di applicare a Settimo Torinese lo stesso modello organizzativo già adottato a Gattinara (Vercelli), Verres (Aosta) e Pozzilli (Isernia). Tratti del nuovo modello organizzativo sono «maggiore flessibilità produttiva e dei processi per ottenere un prodotto di eccellenza a costi competitivi, strumenti di misurazione della performance che premino il personale per i risultati raggiunti».

«La disdetta dell'azienda è operativa dal prossimo gennaio - annuncia Denis Vayr, segretario della Flai-Cgil di Torino - e cancella gli accordi dal 1972. Non è vero che c'è un buco di produttività del 20% tra Settimo e Gattinara: a Settimo si producono “mattonelle”, confezioni di caffè da 250 e 500 grammi, a Gattinara solo capsule di plastica. Le due produzioni non sono confrontabili».

Poi Vayr ricorda che la flessibilità a Settimo c'è già: «Abbiamo appena concluso 4 sabati lavorativi». E l'integrativo? «Abbiamo chiesto - conclude il sindacalista – 9mila euro in tre anni». Lunedì prossimo assemblea dei lavoratori a Settimo e nella sede di Torino per decidere eventuali iniziative.

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