Adempimenti

Spesometro, nuova proroga

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Il cantiere dello spesometro resta aperto. Neanche ventiquattro ore dopo la mini proroga al 5 ottobre concessa dalle Entrate per il blocco del canale web di trasmissione (tornato operativo ieri mattina seppur con funzionalità ancora limitate), è stato il viceministro all’Economia Luigi Casero a riaprire la possibilità di un differimento più esteso per il termine di invio dei dati di fatture emesse e ricevute nel primo semestre dell’anno. E non è la sola proroga che potrebbe arrivare, perché spunta anche l’ ipotesi di un differimento del termine del 2 ottobre per l’adesione alla definizione delle liti pendenti . Come reso noto ieri dall’Uncat (Unione nazionale camere avvocati tributaristi ), dai rappresentanti del dipartimento delle Finanze incontrati nei giorni scorsi è emersa la possibilità di spostare il termine della rottamazione delle liti pendenti anche a causa delle difficoltà interpretative che impediscono una valutazione sulla convenienza ad aderire. E Uncat ha segnalato l’opportunità di prevedere forme di ravvedimento anche con riferimento a eventuali errori di calcolo durante la procedura di definizione per evitare futuri contenziosi a riguardo.

Ma a dominare la scena resta lo spesometro. Nel sottolineare la gravità della situazione determinatasi per la possibilità di accessi non autorizzati alle informazioni altrui, Casero ha ammesso che a stretto giro si valuterà con l’agenzia delle Entrate se «fare un intervento un po’ più ampio, se ci sia la necessità di misure immediate, come un’ulteriore proroga, o di interventi correttivi più a lungo termine». Sarà importante capire le cause che hanno generato il caos e hanno messo in seria difficoltà migliaia di professionisti. In questo senso sarà utile la “relazione” che il viceministro ha chiesto ai responsabili di Sogei ed Entrate . «Dai dati che ci forniranno le strutture - ha spiegato Casero - potremmo capire meglio dove il sistema non ha funzionato, quali e quanti soggetti sono stati coinvolti e se necessario utilizzare questo blocco per rivedere tutto il meccanismo delle comunicazioni Iva». Ma «non rinunceremo alla procedura e ai dati Iva, piuttosto se necessario in legge di bilancio potremmo aggiustare il tiro e ridurre complicazioni e inefficienze emerse in questi giorni».

A confermare indirettamente che per l’invio dei dati potrebbe arrivare un’ ulteriore dilazione dei termini è stato anche il direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, che rispondendo ai giornalisti dopo l’incontro con il Garante della privacy (che ha avviato un’istruttoria sul caso degli accessi indebiti ai dati in «Fatture e corrispettivi») ha precisato che il rinvio al 5 ottobre prossimo «è quello che può concedere in via amministrativa l’agenzia a causa del disservizio del sito». Disservizio che, al momento, non è escluso possa essere stato provocato da problemi connessi al software adoperato.

L’allarme su quanto è accaduto in questi giorni nell’invio dei dati per lo spesometro era stato già lanciato dai rappresentanti delle associazioni di imprese, artigiani e commercianti che già nei primi mesi dello scorso anno, nel partecipare al processo di attuazione del nuovo adempimento, avevano segnalato la possibilità di un carico eccessivo di dati difficilmente gestibili dal sistema informatico del fisco e soprattutto sull’inutilità degli invii multipli (dopo il primo anno sono addirittura otto, tornado trimestrale) per tornare allo spesometro con cadenza annuale. Per tornare al presente Rete imprese Italia ha chiesto ieri la proroga al 18 ottobre e una norma per escludere le sanzioni dai primi invii dei dati di fatture e liquidazioni Iva.

Dal canto loro, i commercialisti sono tornati a manifestare la loro insoddisfazione per la soluzione-ponte comunicata dall’Agenzia lunedì. «Lasciare ai singoli uffici delle Entrate la decisione sull’applicabilità o meno delle sanzioni genererà ulteriore caos», rimarcano i due delegati alla fiscalità del Cndcec, Gilberto Gelosa e Maurizio Postal. E ribadiscono «l’assoluta e urgente necessità di un provvedimento normativo da parte del Governo che rivisiti l’istituto a partire dal termine di scadenza da prorogare ulteriormente, per arrivare alla totale disapplicazione delle sanzioni per questo primo invio e conseguentemente alla possibile correzione di errori o ritardi».

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