Adempimenti

Il restyling della tariffa deve aderire alle realtà produttive

di Mauro Pizzin e Maurizio Strozzi

L'elaborazione della nuova tariffa passa attraverso il ricalcolo del tasso da riferire alle nuove lavorazioni che emergeranno dalla rielaborazione del nomenclatore tariffario.

L'attuale tariffa disciplina all'articolo 9 del decreto ministeriale 12 dicembre 2000 il calcolo degli oneri ai fini dell'elaborazione del tasso. È presumibile che anche per la nuova tariffa un primo ricalcolo verrà fatto adottando le medesime regole.

Sta di fatto, tuttavia, che l'intero Dm 12/00 è stato al tempo frutto di concertazione. C'è da chiedersi se le metodologie saranno oggi identiche al passato e se dunque le parti sociali chiederanno un aggiornamento di dette regole.

Per il calcolo dei tassi, inoltre, ora come ora il periodo di osservazione è dato dal primo triennio del quadriennio antecedente l'anno di riferimento. Quindi, se per ipotesi la tariffa verrà riscritta nel 2016, il triennio di riferimento sarà dato dagli anni 2012-14. E questi anni sono stati anni di crisi, in cui i livelli occupazionali si sono notevolmente abbassati e con essi i livelli delle retribuzioni: tutti elementi che giocano un ruolo fondamentale nelle proiezioni e nei calcoli dei tecnici Inail. In definitiva bisognerà stare attenti a costruire una tariffa che “tenga” anche in anni in cui auspicabilmente il quadro socio economico va a cambiare.

Un altro grosso problema è che la riscrittura della tariffa garantisce l'equilibrio tecnico finanziario della gestione industria del Testo Unico 1124/65. Ad essa ed ai suoi meccanismi è del tutto estranea, tuttavia, la logica propria della gestione agricoltura.

Nel Testo Unico la specificità della gestione agricoltura sotto il profilo della provvista finanziaria è da individuare nel cosiddetto sistema a capitalizzazione pura (articolo 262 Tu), che esclude il computo delle rendite capitalizzate dagli oneri diretti. Questo sistema non trova applicazione nel sistema finanziario della gestione “industria”, il quale è fondato, al contrario, su una ripartizione dei capitali di copertura in funzione mutualistica, talché negli oneri diretti vanno inserite le rendite capitalizzate nel periodo di osservazione e non solamente i relativi ratei. Perché si generi equilibrio servirebbe che quanto pagato dalle aziende dell'agricoltura compensi quanto speso dall'Istituto in termini di oneri complessivi per la specifica gestione. In definitiva si renderebbe necessario individuare un contributo (premio) di equilibrio anche per l'agricoltura, ad oggi non ancora individuato e mai parametrato al rischio effettivo delle lavorazioni.

I conti generali dell'Inail - scriveva del resto la Corte dei conti ancora nel 2014 - continuano ad essere aggravati dalla esposizione debitoria della Gestione agricoltura verso la Gestione industria per complessivi 32.525 milioni.

Un restyling reale che dia senso effettivo alla riscrittura della tariffa, creando effettiva tenuta dei conti dell'ente, non può non tener conto della possibilità che la stessa legge di stabilità per il 2014 offre di una riscrittura complessiva anche della forma di contribuzione che per l'assicurazione obbligatoria è posta in capo al settore agricoltura.

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