Adempimenti

Costi e condivisione gli ostacoli non superati

di Giampiero Falasca

Il lungo e apparentemente interminabile balletto di date e scadenze per l'avvio del sistema dei fondi bilaterali di solidarietà dimostra che il sistema, complessivamente inteso, non ha mai creduto fino in fondo alla coraggiosa riforma introdotta nel 2012 da Elsa Fornero.

Mentre su altre tematiche la legge 92/2012 ha causato più danni che opportunità, in tema di ammortizzatori sociali la riforma aveva l'indubbio merito di proporre una visione innovativa. Si pensava di superare l'obsoleto e sempre meno presentabile meccanismo della “cassa in deroga”, privo di qualsiasi valenza sistematica e produttivo di tutele insufficienti e diseguali, con un complesso di soggetti, finanziati dalle imprese e dai lavoratori - appunto, i fondi di solidarietà bilaterali - capaci di intervenire ogni qualvolta si fosse presentata la necessità di sostenere la continuità del rapporto di lavoro per aziende prive dei requisiti per accedere alla cassa integrazione.

Insomma, secondo la legge 92 del 2012 si doveva passare dal meccanismo delle emergenze strutturali (ossimoro quanto mai attuale nel nostro Paese) a un sistema di fondi privati capaci di coprire i buchi degli ammortizzatori sociali pubblici.

Solo da poco tempo questo sistema è partito, ma nel modo peggiore, cioè con il fondo Inps cui le aziende sono obbligate a versare, qualora nel proprio settore non sia stato siglato l'accordo istitutivo per il fondo privato. E anche dove gli accordi sono siglati, mancano i decreti attuativi; da ultimo, il Jobs act “minaccia” un nuovo intervento.

Tutto questo accade perché la riforma del 2012, pur presentando indubbie qualità, aveva due difetti difficili da superare nell'attuale congiuntura economica e sindacale: aumentava il costo del lavoro, da un lato, e non scaturiva da una discussione ampia e partecipata con quei soggetti che avrebbero dovuto far partire il sistema, cioè le parti sociali.

Se il legislatore del Jobs act intende intervenire ancora, non può fare a meno di considerare gli errori del passato, per evitare di ripeterli.

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