Adempimenti

Jobs Act all’esame degli esperti di Tuttolavoro - Calderone: prioritarie le politiche attive

di Adriano Moraglio

Spiegare lo “statuto” del lavoro alla luce del Jobs act. Continua l’impegno de «Il Sole 24 Ore» a fianco degli operatori, professionisti e uffici del personale, per approfondire la nuova legge delega che promette di riscrivere la disciplina dei contratti, con la revisione dell’articolo 18 per i neo assunti, le politiche attive per l’occupazione, l’insieme delle tutele e gli ammortizzatori sociali.

Si svolgerà, infatti, lunedì 15 dicembre, presso la sede de «Il Sole 24 Ore», in via Monterosa 91 a Milano, la quarta edizione di Tuttolavoro, il convegno dedicato alle novità della legge delega appena approvata dal Parlamento. «Il Jobs act per l’Europa» è il lead del seminario che vedrà confrontarsi giuslavoristi e operatori, direttori del personale, professionisti ed esperti in outplacement.

«Dopo l’approvazione del Jobs Act - dice Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, tra i relatori di Tuttolavoro - la priorità è riscrivere il sistema di accesso al lavoro e di accompagnamento per chi l’ha perso. Le statistiche parlano chiaro: con le performance inadeguate del nostro mercato del lavoro siamo i peggiori d’Europa, e forse del mondo».

Per la presidente dei consulenti per costruire un sistema di politiche attive per il lavoro «bisogna mettere a sistema tutte le forze che abbiamo, comprese le Agenzie private, in un rapporto di concorrenza/collaborazione positive , dove il privato potrà essere di stimolo al pubblico. Occorrono orientatori qualificati e per fare questo servono risorse».

La Germania resta il benchmarck. «Purtroppo - commenta Calderone - soffriamo la concorrenza tra sistema statale e quelli regionali, con regole diverse tra chi cerca lavoro come carpentiere in Sardegna o in Lombardia. Ma proprio la Germania, con la sua vocazione federale, ha fondato le politiche per il lavoro con un’organizzazione statale, con una trasversalità che accomuna le varie aree regionali».

Accanto alla priorità di definire presto «e in modo chiaro» il sistema delle politiche attive, spiega Marina Calderone, «occorre poi operare per un ridisegno delle politiche passive». Non che le misure attualmente in vigore non abbiano svolto un ruolo importante: «Senza la cassa integrazione in deroga - sottolinea la presidente dei consulenti del lavoro - l’emorragia occupazionale sarebbe stata ben superiore. Ma il Governo deve ripensare gli ammortizzatori come strumento di accompagnamento alla ricerca del lavoro».

Calderone si esprime anche sull’articolo 18. «La scelta delle Pmi di stare sopra o sotto la dimensione dei 15 dipendenti - dice - non deriva dalle regole dell’articolo 18. Il freno viene dal mercato e dall’economia. Ecco perché bisogna puntare sulle politiche attive. Non sarà la flessibilità in uscita ad attirare imprese estere ad insediarsi nel nostro Paese e a dare lavoro. Vi arriveranno solo in presenza di condizioni favorevoli».

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