Adempimenti

Extracomunitari: oneri Inps e Inail rateizzabili per l'emersione del lavoro nero

di Maria Rosa Gheido

Le pratiche di emersione del lavoro “nero” dei cittadini extracomunitari ancora in sospeso presso gli Sportelli Unici dell'immigrazione potranno essere definite anche con il pagamento rateale dei contributi e dei premi assicurativi dovuti ad Inps ed Inail e, se previsto, alla Cassa Edile.

Lo affermano il ministero del Lavoro e quello dell'Interno con la circolare congiunta n. 5698 dello scorso 24 ottobre in considerazione del tempo trascorso fra la data di presentazione della domanda di emersione e la convocazione da parte dello Sportello, circostanza che può aver fatto lievitare notevolmente le somme dovute in concomitanza, peraltro con una diffusa situazione di difficoltà finanziaria da pare dei datori di lavoro.

La procedura di emersione risale, infatti, al Dlgs n. 109 del 15 luglio 2012, il cui articolo 5 introduce una disposizione transitoria volta a permettere ai datori di lavoro di dichiarare l'esistenza di rapporti di lavoro irregolari in atto da almeno tre mesi, alla data di presentazione della domanda, con lavoratori stranieri comunque presenti sul territorio nazionale.

Destinatari della previsione sono pertanto i datori di lavoro italiani o cittadini di uno Stato membro dell'Unione europea, ovvero i datori di lavoro stranieri in possesso del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo che, alla data di entrata in vigore del Dlgs 109 (9 agosto 2012), occupavano irregolarmente alle proprie dipendenze da almeno tre mesi e ancora li avevano in forza alla data di presentazione della dichiarazione di emersione. All'atto della presentazione della domanda doveva essere versato un contributo forfettario di mille euro, mentre all'atto della stipula del contratto di soggiorno il datore di lavoro deve essere in regola con quanto dovuto a titolo retributivo, contributivo e fiscale per il periodo di occupazione, con un minimo di sei mesi.

All'atto della convocazione presso lo Sportello unico il datore di lavoro deve dimostrare tale regolarità, fermo restando che fino alla conclusione del procedimento di regolarizzazione sono sospesi quelli penali e amministrativi nei suoi confronti e del lavoratore per le specifiche violazioni. In realtà, è lo stesso Sportello Unico che in sede di convocazione richiede agli istituti e agli enti interessati il rilascio del Durc, ossia del documento di regolarità contributiva del datore di lavoro interessato. La mancanza dei requisiti richiesti per il rilascio di questo documento costituisce, pertanto, causa ostativa alla conclusione favorevole del procedimento. La circolare congiunta sottolinea che l'Inps, l'Inail e, se del caso, le Casse edili, devono provvedere a richiedere la regolarizzazione delle eventuali omissioni con il preavviso di accertamento negativo di cui al decreto ministeriale 24 ottobre 2007, che riconosce al trasgressore almeno 15 giorni di tempo per regolarizzare la posizione. In caso di richiesta di rateazione, il requisito della regolarità che consente allo Sportello unico per l'immigrazione di definire la domanda di emersione si verifica con il pagamento della prima rata. Per la verifica della regolarità vale anche la rateazione concessa dall'agente della riscossione se le somme dovute sono già in tale fase.

Circolare congiunta dell'Interno e del Lavoro 5698/14 sull'emersione del lavoro irregolare

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