Adempimenti

Semplificazione, ma non per il sostituto

di Marco Strafile

Una delle direttrici tracciate dalla legge delega per la riforma del fisco (legge 23/2014) è quella della semplificazione “… al fine di agevolare la comunicazione con l'amministrazione finanziaria in un quadro di reciproca e leale collaborazione…” (articolo 1, comma 1, lettera b).

Da tale prospettiva occorre quindi considerare lo schema di certificazione unica che “manderà in soffitta il Cud” come annunciato dall'agenzia delle Entrate con il comunicato stampa del 26 settembre 2014.

Il nuovo modello di certificazione dei redditi, infatti, si inserisce nel più ampio progetto di semplificazione degli adempimenti dichiarativi dei contribuenti che dal prossimo anno dovrebbe concretizzarsi nella ricezione da parte di questi ultimi della dichiarazione dei redditi precompilata.

A tale scopo l'Amministrazione finanziaria dovrà attivarsi per attingere alle varie banche dati e informazioni a disposizione per predisporre e inviare al contribuente una dichiarazione già compilata, le cui risultanze potranno - nella migliore delle ipotesi - essere confermate, o modificate con l'integrazione di dati non noti agli uffici fiscali.

Ebbene, la certificazione unica rappresenta una fase indispensabile nell'attuazione di tale progetto: a differenza del vecchio Cud i dati saranno trasmessi all'Amministrazione finanziaria che potrà quindi acquisirli e utilizzarli per compilare la dichiarazione da inviare al contribuente.

E' indubbio che ciò, una volta realizzato, semplificherà il rapporto tra il fisco e i contribuenti (analogamente a quanto avviene in altri Stati europei) ma è altrettanto evidente come la nuova certificazione unica non rappresenti una semplificazione per le imprese che si troveranno alle prese con un modello più complesso rispetto al Cud (la bozza si presenta ben più pesante in termini di informazioni richieste) e con una maggiore rigidità nella tempistica del rilascio e della trasmissione.

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