Previdenza

Pensioni rivalutate dello 0,4 per cento ma con incognita conguaglio

di Matteo Prioschi

Ufficializzati dall’Inps i nuovi valori di riferimento delle pensioni, delle prestazioni assistenziali e di accompagnamento alla pensione per il 2020, a seguito dell’adeguamento degli stessi alla variazione del costo della vita.

La circolare 147/2019, diffusa ieri, applica l’indice di rivalutazione dello 0,4% calcolato dall’Istat, e a sua volta ufficializzato con il decreto 15 novembre 2019 dei ministeri dell’Economia e del Lavoro. In base alle regole attualmente in vigore, contenute nell’articolo 1, comma 260, della legge 145/2018, l’adeguamento pieno all’inflazione scatta per i trattamenti pensionistici di importo fino a tre volte il minimo del 2019. Quest’ultimo, a sua volta, dal mese di gennaio crescerà dagli attuali 513,01 euro lordi a 515,07 euro.

L’aumento dello 0,4% scatterà per le pensioni di importo fino a 1.539,03 euro lordi mensili. Poi, salendo di valore, l’adeguamento si ridurrà fino a oltre dimezzarsi, come riportato nella tabella a fianco. La circolare dell’Inps non tiene ovviamente conto delle modifiche al meccanismo della rivalutazione che dovrebbero essere approvate con la legge di bilancio 2020, attualmente all’esame del Parlamento.

Dovrebbe trattarsi di un ritocco limitato, riferito agli assegni di importo oltre 3 e fino a 4 volte il minimo. Infatti nel 2020 dovrebbe essere riconosciuto un adeguamento al 100% dell’inflazione, invece del 97% previsto attualmente. Ciò significa che queste pensioni dovranno aumentare dello 0,400% invece dello 0,388 per cento. Una differenza quasi impercettibile per i beneficiari.

Data la necessità di mettere in pagamento le pensioni il 3 gennaio, l’istituto di previdenza (come avvenuto l’anno scorso) non attende l’approvazione della legge di bilancio e procede con le regole attualmente in vigore. Qualora la modifica diventi legge, successivamente si procederà al conguaglio a favore dei pensionati.

Tra i valori aggiornati ci sono anche gli importi soglia relativi al prelievo, in vigore dal 2019 al 2023, sulle “pensioni d’oro”. In base all’articolo 1, comma 261, della legge 145/2018, dall’anno scorso scatta una decurtazione progressiva per i trattamenti, con almeno una quota calcolata tramite il sistema retributivo, e superiori a 100mila euro che nel 2020 diventano 100.160,00 euro. Da tale importo a 130.208,00 il taglio sarà del 15%; oltre 130.208,00 e fino a 200.320,00 del 25%; oltre 200.320,00 e fino a 350.560,00 del 30%; oltre 350.560,00 e fino a 500.800,00 euro del 35%; del 40% per le fasce ulteriori.

Vedi la tabella: Fasce e rivalutazione

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