Previdenza

Manca un disegno organico alle deroghe sui pensionamenti

di Davide Colombo e Marco Rogari

L’esclusione dall’aumento del requisito di pensionamento di vecchiaia a 67 anni nel 2019 per quattro nuove categorie di lavoratori impegnati in attività gravose, aggiuntive rispetto alle 11 già previste per l’accesso all’Ape sociale e all’anticipo precoci, consentirà un’uscita anticipata di cinque mesi per una platea che varia da poco meno di 15.000 soggetti nel 2019 a 20.900 nel 2027, con un costo crescente da 100 milioni nel 2019 a 177,4 milioni nel 2023 e, poi, in progressiva riduzione fino a 166,2 milioni nel 2027.

Questi i numeri che emergono dal focus dell’Ufficio parlamentare di Bilancio pubblicato ieri e dedicato al sistema delle deroghe previdenziali che è stato esteso con l’ultima legge di Bilancio. Considerando anche le vecchie deroghe previste per gli usuranti e per altre categorie, secondo l’UpB potrà accedere anticipatamente alla pensione un numero di lavoratori compreso tra i 51.000 del 2019 e i 62.800 del 2027.

Questi dati si discostano leggermente da quelli diffusi nei giorni scorsi da palazzo Chigi perché non si fa riferimento agli effetti delle modifiche apportate all’Ape dalla stessa legge di bilancio poiché, fa notare l’UpB, allo stato attuale, riguardano una misura ancora in fase di sperimentazione e, dunque, senza effetti strutturali sulla spesa.

Nell’analisi di policy proposta, si sottolineano diversi aspetti critici delle deroghe via via introdotte per evitare a specifiche categorie di lavoratori lo scatto automatico dei requisiti legato al cambiamento della speranza di vita. La critica sostanziale è che queste «eccezioni» sono state scelte senza un disegno organico, mentre sul fronte delle politiche attive è del tutto mancato un tentativo di ricollocamento e riqualificazione di lavoratori senior in attività meno faticose negli ultimi anni di attività.

Altra perplessità sollevata dall’UpB riguarda i tempi previsti per i lavori della Commissione tecnico-scientifica che dovrà essere istituita per identificare, con criteri il più possibile oggettivi, nuove attività usuranti e gravose da escludere dai futuri aumenti automatici dei requisiti di pensionamento. Nel focus, tra l’altro, si dedica un approfondimento sui nove paesi europei che, come l’Italia, hanno scelto di collegare a vario modo i requisiti di pensionamento ai progressi della vita attesa, con i relativi sistemi di deroghe per i gravosi.

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