Previdenza

Competenze a 360 gradi per pensioni «bricolage»

di Marco lo Conte

C’è un ingrediente che manca al sistema pensionistico degli italiani. Ed è un ingrediente fondamentale, in grado di fare la differenza tra una vecchiaia serena e una in situazione di disagio economico. Non è un comma mancante, né tanto meno una riforma, l’ennesima, invocata in queste settimane di campagna elettorale. Ciò che serve al sistema previdenziale italiano è la capacità dei lavoratori di poterlo utilizzare in modo coerente: saper riunire i contributi versati presso differenti casse, così come scegliere gli strumenti meno costosi e più remunerativi per la propria pensione di secondo pilastro; conoscere il tasso di sostituzione, i vantaggi fiscali derivanti dal risparmio previdenziale, calcolare quanto manca alla pensione e quanto occorre mettere da parte per raggiungere gli obiettivi prefissati. Sono informazioni che consentono di sfruttare le potenzialità offerte ed evitare gli errori più frequenti che possono portare il futuro assegno pensionistico a restringersi e a lambire (se non superare al ribasso) la soglia di sopravvivenza. Ciò che manca in definitiva è un’adeguata educazione previdenziale, parte di quell’educazione economica e finanziaria che vede l’Italia in fondo alla classifica dei Paesi Ocse. In particolare ciò di cui si percepisce un gran bisogno è che la corretta conoscenza si evolva in competenza sulla materia, per essere poi utilizzata nel sapersi districare tra le diverse opzioni, per scegliere quella più coerente con le esigenze individuali. Si pensi che secondo l’ultima Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani (Centro Einaudi e Intesa Sanpaolo) ben il 27% del campione, oltre un quarto, mostra di non sapere come funziona il sistema previdenziale italiano. Eppure per evitare una pensione da indigenti, sarebbe necessario sapere ben altro. Una maggiore educazione previdenziale è diventata indispensabile con l’entrata in gioco di due strumenti introdotti dalla recente legge di bilancio: l’anticipo pensionistico (Ape) e la rendita anticipata temporanea (Rita). Si tratta di due ammortizzatori sociali di natura privata, che pongono in capo al singolo la capacità di essere utilizzati: da una parte anticipando e quindi rendendo flessibile l’età della pensione, dall’altra fornendo un reddito ponte tra lavoro e pensione, grazie all’apporto dei fondi pensione.

Ma non è semplice, per chi non ha competenze professionali in materia, valutare una scelta che porta, nel caso dell’Ape, a indebitarsi per anni pur di uscire prima del mondo del lavoro, ottenendo un reddito il più possibile adeguato. Il calcolo di convenienza non è banale e mette a confronto inevitabilmente opzioni differenti, in cui talvolta possono giocare un peso non indifferente le esigenze esistenziali. Le anticipazioni dai fondi pensione, d’altra parte, hanno consentito durante questa crisi finanziaria ed economica, di coprire le esigenze familiari di reddito. Ma ciò che si anticipa, mancherà poi: e la Rita (che sarebbe stata utilissima nel 2012, all’esplosione della vicenda degli “esodati”) offre nell’immediato ciò che per sua natura un fondo pensione dovrebbe garantire, una rendita vitalizia. Una misura d’emergenza che, se utilizzata, farà ripiombare verso il basso il tasso di sostituzione dei lavoratori. L’introduzione del sistema contributivo nel 1996 aveva già trasformato la pensione in una previdenza ”bricolage”, lasciando però l’individuo solo di fronte alle scelte: tanto da portarlo a procrastinare le decisioni o a rimanere immobile di fronte al problema pensionistico («Tanto la pensione non la vedrò mai!»). Non a caso meno di un terzo degli aventi diritto hanno aderito a un fondo pensione; e non è casuale nemmeno il risentimento nei confronti delle prestazioni notevolmente più “generose” dei pensionati di oggi. Per questo, di fronte al complicarsi delle scelte, si stanno moltiplicando le iniziative per guidare le scelte degli individui secondo le best practice internazionali.

L’Inps ha recentemente annunciato nel proprio sito web un tool che consentirà ai lavoratori di calcolare in modo efficiente e soprattutto chiaro l’impatto dell’adesione all’anticipo pensionistico. La commissione di vigilanza sui fondi pensione, Covip, da parte sua ha emanato una circolare in cui indirizza i lavoratori verso gli strumenti previdenziali più efficienti in base alla loro tipologia contrattuale. Varie forme di “nudge” indispensabili per evitare costi eccessivi e prestazioni ridotte. Nudge (che sono valsi il premio Nobel solo pochi mesi fa a Richard Thaler), che evitano di lasciare l’individuo solo e libero di sbagliare. Indispensabili come informazione di servizio che accompagna per mano i lettori nel percorso di scelte, dall’analisi dei bisogni fino alla scelte della rendita. In un processo non episodico di educazione finanziaria e previdenziale come quello del fascicolo di Nuovo Risparmio «Come costruirsi la pensione», in edicola domani con Il Sole 24 Ore.

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