Contro le crisi fondo di solidarietà per gli studi professionali
Conto alla rovescia per la nascita del nuovo
Dopo l’accordo raggiunto martedì 3 ottobre tra
Il nuovo fondo nella fase di avvio coprirà gli studi professionali che occupano mediamente più di tre dipendenti, allargando, quindi, il perimetro di soggetti obbligatoriamente coinvolti dall’articolo 26 del Dlgs 148/2015, il quale prevede l’obbligo di istituzione dei fondi di solidarietà solo in relazione ai datori di lavoro che occupano mediamente più di cinque dipendenti. Una scelta che per il presidente di Confprofessioni meglio fotografa la realtà degli studi professionali, costituita in media da realtà piuttosto piccole. «Ancora una volta - ha detto Stella - è prevalso il nostro senso di responsabilità sui temi di grande impatto sociale e abbiamo allargato la sfera di applicazione ai lavoratori attualmente non coperti dal Fondo di integrazione salariale».
Il fondo, alimentato per due terzi da contributi datoriali e per un terzo dal lavoratore, in prospettiva potrebbe fare da capofila nell’ambito di un processo di integrazione fra politiche passive e attive. «La nostra intenzione - ha concluso il numero uno di Confprofessioni - è quella di coinvolgere i fondi interprofessionali che si occupano di formazione, in modo da offrire al dipendente non solo un assegno di sostegno ma anche un aiuto sul fronte del ricollocamento».
Il nuovo fondo di solidarietà non è l’unica iniziativa sulla rampa di lancio di Confprofessioni: in vista dell’obbligo di attivazione di una polizza contro gli infortuni, previsto per gli avvocati dal prossimo 11 ottobre, è stata lanciata “Infortuni & welfare”, che prevede massimali e diaria di inabilità in linea con quanto richiesto dal decreto della Giustizia del 22 settembre 2016.
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di Giorgio Pogliotti e Marco Rogari