Previdenza

Modello Asstel per l’occupabilità

di Cristina Casadei

Digitalizzare è ormai tra i verbi più frequenti del nostro vocabolario quotidiano, però poi entrare nel merito di che cosa voglia dire digitalizzare un’organizzazione aziendale è molto più complicato di quanto possa sembrare perché come tutto ciò che è nuovo chiede molta sperimentazione. Con la sigla del primo protocollo di settore con l’Anpal, le telecomunicazioni hanno deciso di fare da apripista sulle politiche attive mirate proprio a declinare questo verbo nel mercato del lavoro.

Se le Tlc, anche per la loro peculiarità, aprono la strada, poi però l’obiettivo sarà quello di promuovere anche presso altre associazioni datoriali il protocollo che ieri è stato siglato da Asstel (l’Associazione che in Confindustria rappresenta le imprese della filiera delle telecomunicazioni) e l’Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro che hanno indicato un modo concreto per affrontare uno dei temi dirimenti di chi è all’interno di un’organizzazione o si ritrova a “piede libero” nel mercato del lavoro dopo molti anni di lavoro in azienda, e cioè l’occupabilità. Il “Protocollo di intesa per la promozione di interventi finalizzati a favorire l’occupazione nel quadro dei processi di trasformazione digitale delle imprese” nasce sia per favorire l’aggiornamento che per l’acquisizione delle competenze affinché i lavoratori siano allineati con i processi di trasformazione digitale.

Piani di sviluppo digitale, banda larga, crescita digitale, industria 4.0 sono già da tempo in cima alle priorità delle imprese, ma, come spiega il presidente di Asstel, Dina Ravera, «vi è l’esigenza di un progetto nazionale che miri ad aumentare l’occupabilità delle persone nella filiera delle tlc». Un’esigenza che è nata sul campo, nel corso dell’implementazione dei piani di infrastrutturazione a banda ultralarga fissa e mobile che «sta facendo emergere la necessità di nuove figure professionali e nuove competenze da parte delle aziende di tlc», continua Ravera. Nell’Anpal le imprese hanno trovato il partner con il quale costruire un protocollo che in prospettiva consentirà «ai lavoratori di essere pronti ad accompagnare l’evoluzione già in atto nella filiera», riconosce Ravera.

Il presidente dell’Agenzia, Maurizio Del Conte, attribuisce al protocollo un valore aggiunto importante che sta «nella volontà di ricondurre a unità l’intera filiera e quindi progettare misure di politica attiva del lavoro mirate ai lavoratori della filiera stessa e non più generaliste, favorendo processi di mobilità professionale». Nel protocollo che è stato siglato con Asstel l’obiettivo delle parti è stato di rafforzare le politiche attive per il lavoro con misure integrate di formazione, riqualificazione e riconversione dei lavoratori. Entrando nel merito le azioni che verranno messe in campo, come spiega Del Conte, sono «interventi di formazione specialistica diretti a qualificare sia lavoratori del settore che giovani in uscita dai percorsi di studio, al fine di creare nuove figure professionali di difficile reperimento sul mercato», ma anche «percorsi di riqualificazione o riconversione delle professionalità a rischio obsolescenza, per agevolare i processi di trasformazione digitale delle imprese», così come «percorsi di inserimento lavorativo attraverso la rete dei servizi per il lavoro, pubblici e privati e di supporto ai servizi di outplacement connessi alla ricollocazione professionale». Dina Ravera conclude infatti che «efficaci politiche attive del lavoro siano la chiave per promuovere l’incontro tra domanda e offerta e mettere tutti, lavoratori e imprese, nelle condizioni di cogliere al meglio le opportunità che derivano dalla trasformazione digitale dell’economia».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©