Previdenza

Delega anti-povertà, un aiuto per 400mila famiglie

di Davide Colombo

Da oggi il Senato ha la possibilità di approvare in via definitiva il disegno di legge delega per il contrasto alla povertà e il riordino di alcune prestazioni e interventi garantiti dai servizi sociali. Una norma che nei fatti fa partire il Piano nazionale contro la povertà che quest’anno conterà su risorse pari a 1,6 miliardi che diventeranno strutturali e pari a 1,8 miliardi dal 2018. Il voto arriva dopo un iter legislativo durato oltre un anno e sarà senza modifiche al testo uscito dalla Commissione: potrebbe scattare mercoledì o giovedì, visto che in calendario la delega è preceduta da altri due provvedimenti: la riforma del processo penale e la proposta di legge sui minori non accompagnati.«Per noi i temi sociali e di sostegno a persone in difficoltà sono fondamentali. Bene questa settimana al Senato le leggi su minori, migranti e povertà» ha twittato la ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro.

Se le dichiarazioni della vigilia hanno un valore segnaletico c’è da aspettarsi un confronto serrato in Aula. Matteo Renzi dopo aver annunciato nuovi interventi sotto la voce «lavoro di cittadinanza», destinati a riformare il nostro sistema di Welfare, ieri è tornato a difendere i contenuti della delega: «Ci sono quasi due miliardi di euro sulla povertà: niente chiacchiere, si spendano!». La nuova formazione politica costituita dai fuoriusciti del partito democratico, il Dp, sta elaborando proprie mozioni mentre M5S si prepara a un attacco a tutto campo rilanciando l’ormai storica proposta del reddito di cittadinanza.

Con il via libera alla delega il ministero del Lavoro punta a far fare un salto dimensionale al programma portato avanti finora con il “sostegno per l’inclusione attiva” (Sia), in pagamento dallo scorso novembre e che questo mese ha consentito di far arrivare un aiuto concreto a 70mila famiglie povere nelle quali vivono in media due figli minori: circa 320 euro al mese con una carta di credito a ricarica bimestrale. La delega verrà resa operativa quasi sicuramente con un solo decreto legislativo, in larga parte già predisposto dai tecnici. Tre gli ambiti di intervento: il varo del reddito di inclusione (Rei), che prenderà il posto del Sia, uno strumento che verrà caratterizzato come livello essenziale di prestazione e che sarà dunque uniforme su tutto il territorio e soggetto a un monitoraggio stretto da parte di una “cabina di regia” nazionale. Con lo stesso decreto verranno poi razionalizzate altre prestazioni assistenziali come la vecchia carta sociale per minori e l’assegno di disoccupazione Asdi, in modo tale da “girare” le risorse a essi destinate al Rei, allargando ulteriormente la platea dei beneficiari.

A fine 2017 il Rei dovrebbe arrivare a una prima platea di 400mila famiglie e avrà un valore simile al Sia: tra i 320 e i 400 euro al mese. Il Reddito di inclusione ha come priorità le famiglie con bambini in povertà assoluta. Con l’obiettivo di spezzare la trasmissione intergenerazionale della povertà. Il Rei sarà un aiuto condizionato alla prova dei mezzi (serve un Isee non superiore ai 3mila euro associato a un livello di reddito effettivo disponibile che sarà fissato nel decreto legislativo), un aiuto che scatterà solo con l’adesione del capofamiglia a un progetto personalizzato di attivazione e inclusione sociale e lavorativa predisposta dall’ente locale.

Ieri intanto l’Inps ha definito i termini del bonus da 800 euro per le famiglie che aspettano o adottano un figlio nel 2017. I nuclei con un Isee fino a 25mila euro potranno avere un “premio” di 800 euro in un’unica soluzione. L ’importo è corrisposto su domanda della futura madre, al compimento del settimo mese di gravidanza o all’atto dell'adozione. Il premio, che non concorre alla formazione del reddito, viene raddoppiato se l’Isee non supera i 7.000 euro.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©