Previdenza

Presentata alla Camera la relazione annuale Covip

di Giuseppe Argentino

È stata presentata alla Camera, nella mattinata del 9 giugno, la Relazione per l'anno 2015 con la quale la Covip ha fatto il punto sull'attività di vigilanza esercitata sui fondi pensionistici complementari e sugli enti di previdenza di base privati.

Nelle Considerazioni del Presidente Mario Padula si è affermato che alla fine dello scorso anno 2015 risultavano attivi 469 fondi pensione, di cui 36 negoziali, 50 aperti, 78 Pip assicurativi, 304 preesistenti e FondInps. Pur registrandosi una riduzione di 27 fondi rispetto all'anno precedente, il numero complessivo di fondi rimane elevato, rendendo evidente la necessità di procedere ancora a processi di concentrazione per favorire economie di scala ed incrementare l'efficienza operativa, tanto più se si considera che solo 12 fondi raccolgono più di 100.000 iscritti, mentre oltre la metà dei fondi, il 90% per dei quali "preesistenti", ha meno di 1.000 iscritti.

Per quanto riguarda le adesioni, all'inizio di quest'anno risultavano poco più di 7 milioni di iscritti, di cui circa 2,4 milioni ai fondi negoziali, poco più di 1,1 milione ai fondi aperti, 640.000 ai fondi "preesistenti", quasi 2 milioni e mezzo ai PIP "nuovi", a cui si aggiungono quasi 500 mila iscritti ai Pip "vecchi".

Interessante notare come il numero dei lavoratori dipendenti del settore privato sia riuscito a superare la soglia di 5 milioni e 200 mila iscritti, pari al 24,2% del bacino potenziale, facendo registrare nell'anno un balzo di circa 500 mila iscrizioni, dovute in particolare all'iscrizione d'ufficio dei lavoratori del settore edile, che in base ad accordo contrattuale sono stati iscritti al fondo di categoria con un contributo aziendale, senza quindi l'obbligo di devolvere il Tfr, che resta comunque possibile destinare anche successivamente al fondo pensionistico di categoria.

Ancora basso il numero dei dipendenti pubblici, che si attesta a 174 mila (5,2% del bacino potenziale), mentre i lavoratori autonomi aderiscono ai fondi pensione in misura di poco inferiore a 2 milioni (19% del bacino potenziale). A questo proposito le Considerazioni del Presidente evidenziano che purtroppo nel corso del 2015 quasi 2 milioni di iscritti non ha effettuato versamenti contributivi.

A fine 2015, il patrimonio accumulato dai fondi pensione ha superato del 7,1% il patrimonio accumulato alla fine dell'anno precedente, raggiungendo complessivamente 140 miliardi di euro, pari a circa l'8,6% del Pil, e il 3,4% delle attività finanziarie delle famiglie italiane.
Merita una riflessione la circostanza che il flusso di Tfr, pari a 5 miliardi e mezzo di euro (circa il 40% del flusso finanziario complessivo) non ha risentito della possibilità consentita dalla Legge di Stabilità 2015 di devolvere il Tfr in busta paga.

Per quanto riguarda i rendimenti, al netto di costi e fiscalità, i fondi hanno registrato mediamente risultati positivi, e in particolare, a fronte del Tfr, che nel 2015 si è rivalutato dell'1,2%, i fondi negoziali hanno registrato rendimenti medi del 2,7%, i fondi aperti del 3%, i Pip "nuovi" del 3,2%, evidenziando punte più elevate nelle linee di investimento a maggiore esposizione sui mercati azionari: va però registrato che gli investimenti nell'economia italiana ammontano al 36% delle attività.

Dopo esseri soffermato anche sulle attività degli enti di previdenza di base privati, il Presidente Padula, ha concluso osservando che le nuove sfide poste dalla sanità integrativa, caratterizzata da oltre 500 enti, che gestiscono circa 4 miliardi di euro ogni anno, con più di 6 milioni di iscritti, inducono a ritenere opportuno di ricondurre ad un'unica Autorità le funzioni di vigilanza su tutto il sistema del "Welfare integrativo".

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