Previdenza

Premia attuali fermi all'anno Duemila

di Mauro Pizzin e Maurizio Strozzi

Da quando sono entrate in vigore con il decreto ministeriale 12 dicembre 2000, le attuali voci che compongono il nomenclatore tariffario sono rimaste immutate. Secondo la definizione ormai corrente la tariffa dei premi è una classificazione tecnica di lavorazioni, ad ognuna delle quali si abbina un tasso medio nazionale che ne misura il rischio. I tassi di tariffa attualmente vigenti sono stati determinati assumendo a base gli infortuni e le malattie professionali maturati nel triennio di osservazione 1995-97.
Il costo dell'assicurazione obbligatoria, per il tramite della tariffa dei premi, è posta in capo ai datori di lavoro, i quali secondo criteri di mutualità concorrono al suo finanziamento. La tariffa consente di distribuire gli oneri delle gestioni assicurative in base a un criterio di solidarietà tra i diversi comparti produttivi. Il criterio mutualistico viene poi temperato attraverso la previsione dell'oscillazione del tasso medio per ciascuna azienda in relazione al proprio rischio specifico.
L'elaborazione dei tassi medi nazionali per ciascuna lavorazione è il frutto di valutazioni statistico-attuariali. Più precisamente, per ottenere il tasso medio nazionale in un determinato periodo di osservazione (triennio) si opera il rapporto tra gli oneri sostenuti per gli eventi (infortuni e malattie professionali) occorsi alle persone addette ad una determinata lavorazione e l'ammontare complessivo delle retribuzioni erogate alle persone addette a tale lavorazione. Il tasso medio nazionale costituisce, quindi, una frazione al cui numeratore sono previsti gli oneri sostenuti dall'Inail per gli eventi verificatisi in campo nazionale nell'esecuzione di quella lavorazione in un determinato periodo di tempo (triennio) e al cui denominatore sono poste le retribuzioni erogate da tutte le aziende nello stesso periodo a tutti i lavoratori addetti a quella lavorazione.
A fronte del tasso medio nazionale si colloca il cosiddetto tasso specifico aziendale, il quale può essere superiore o inferiore al tasso medio nazionale a seconda che l'andamento infortunistico della singola azienda considerata (rapporto oneri/retribuzioni) sia rispettivamente favorevole o sfavorevole. Questo tasso è dato dal rapporto oneri/retribuzioni relativo ai primi tre anni del quadriennio precedente l'anno di decorrenza del provvedimento di oscillazione o del minor periodo, purché non inferiore ad un anno, nei casi di attività iniziata da meno di quattro anni ed è in tutto omogeneo al tasso medio nazionale, essendo calcolato con gli stessi criteri, elementi e norme tenuti presenti per la determinazione dei tassi medi cui viene poi raffrontato ai fini dell'oscillazione del tasso.
In sostanza, mettendo a confronto il tasso specifico della singola azienda con il tasso medio nazionale, si vede di quanto quella singola realtà produttiva si discosti dalla media nazionale e quindi quale oscillazione viene conseguentemente indotta sul tasso medio nazionale in aumento (andamento infortunistico sfavorevole di quella singola azienda) o in riduzione (andamento infortunistico favorevole).

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©