Previdenza

Usuranti, fondi sottoutilizzati

di Matteo Prioschi

I lavoratori impiegati in attività usuranti andati in pensione nel 2012 e nel 2013 sono di gran lunga inferiori alle previsioni, tanto che solo un quinto dei fondi previsti è stato utilizzato.
Le indicazioni sono state fornite dal sottosegretario Massimo Cassano alla commissione Lavoro della Camera in risposta a un'interrogazione presentata dall'onorevole Davide Tripiedi (M5S). Nel 2012 le domande di pensione per attività usuranti accolte dall'Inps sono state circa 3.500, equivalenti a un onere di 72 milioni di euro, mentre l'anno scorso gli assegni sono stati 1.600 per 79 milioni di euro.

Questo a fronte di una copertura finanziaria, prevista con il decreto legislativo 67/2011 per far fronte al pensionamento anticipato rispetto ai requisiti standard, pari a 350 milioni di euro per il 2012 e 383 milioni a decorrere dal 2013. Di conseguenza, finora si sono risparmiati complessivamente 582 milioni.

Rientrano tra le attività usuranti quelle svolte in miniera, quelle sulla catena di montaggio, quelle svolte di notte per almeno 64 giornate all'anno, la guida di mezzi pesanti adibiti a servizio pubblico di trasporto persone. Per i lavoratori di questi settori il decreto legislativo 67/2011 ha previsto requisiti per il pensionamento ridotti rispetto a quelli standard. Poi l'articolo 24, commi 17 e 17 bis, del decreto legge 201/2011 (detto anche “salva Italia”) ha modificato le regole, sostituendo l'anticipo di tre anni rispetto ai requisiti standard con l'applicazione delle quote.

Di conseguenza, nel 2012 la somma di età anagrafica e anzianità contributiva era di 96 e l'età anagrafica minima di 60 anni; l'anno scorso (e quest'anno) la quota era di 97 e 3 mesi e l'età minima di 61 anni e 3 mesi. Questo a fronte dei 66 anni e 3 mesi previsti in via generale per i lavoratori.

Lo scarso utilizzo dell'anticipo da parte dei lavoratori “usurati” era già emerso più di un anno fa, in occasione di un'altra interrogazione. Da fine novembre 2011 a giugno 2012 erano state accolte 3.089 domande (si veda il Sole 24 Ore del 21 settembre 2012) e pagati 930 assegni a fronte di oltre 11mila richieste, numeri che erano stati ritenuti effetto di una procedura troppo rigida.

In particolare, per fruire dell'anticipo non è possibile utilizzare una dichiarazione “retroattiva” dell'attività svolta, ma serve la documentazione originale del periodo interessato e non è valida nemmeno l'eventuale dichiarazione del datore di lavoro.
A due anni di distanza il trend iniziale può dirsi confermato e secondo quanto affermato dal sottosegretario Cassano, nell'ambito della legge di stabilità, il governo ha intenzione di «verificare se e come sia possibile pervenire ad una soluzione organica di tutte le specifiche situazioni meritevoli di tutela previdenziale e pensionistica emerse nel tempo, tra le quali sicuramente quella dei lavoratori addetti a lavorazioni particolarmente faticose e pesanti». La tutela potrebbe quindi essere estesa al settore edile, come chiesto nell'interrogazione.

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