Previdenza

Bcc Tuscia, uscite volontarie e assunzioni

di Cristina Casadei

Volontarietà per chi esce e nuova e stabile occupazione per chi entra. Su queste basi e sul fondo di solidarietà si fonda l'accordo tra Federlus e sindacati sulla fusione della Bcc della Tuscia con la Bcc di Roma. Dal 2015 la Bcc della Tuscia e i suoi 29 dipendenti entreranno a far parte della Bcc di Roma, la maggiore delle Bcc che ha oltre 1.200 lavoratori. L'intesa esclude uscite obbligatorie. Come spiega Alessandro Violini, coordinatore Fabi Bcc di Roma, «dopo una lunga trattativa si è riusciti a ottenere che le uscite avvenissero solo su base volontaria e dietro robuste garanzie economiche per i lavoratori».

In particolare, si è concordata l'apertura del Fondo di Solidarietà per 34 lavoratori, che potranno così andare in esodo entro il 2018. Come incentivo, i dipendenti che aderiranno al piano d'uscita riceveranno un'integrazione del 20%, 30% e 40% al proprio assegno di sostegno al reddito, oltre ad avere la possibilità di continuare a beneficiare, durante il periodo d'esodo, dell'iscrizione alla cassa mutua e al fondo di previdenza integrativa aziendale.

Al tempo stesso azienda e sindacati hanno concordato l'impegno a stabilizzare i precari e a effettuare nuove assunzioni in proporzione alle uscite. Sono state, infine, stabilite garanzie sul fronte della mobilità territoriale per tutti i lavoratori della Bcc della Tuscia, che rimarranno nella loro area di riferimento. Resteranno anche invariati le retribuzioni ad personam e i part time.

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