Contrattazione

Nella filiera di Airbnb la start up che assume

di Fabio Grattagliano

Roberta ha 21 anni. Gestisce gli arrivi e le partenze degli ospiti di sessanta appartamenti nel centro storico di Firenze per conto di Keys of Florence, una delle tante società nate grazie alla diffusione di Airbnb e degli altri portali che consentono di affittare a breve termine le abitazioni dei privati. Roberta è anche l’altro volto dei nuovi lavori generato dalla digital disruption, perché a differenza di molti suoi colleghi in tasca ha un contratto a tempo indeterminato. Niente voucher, niente lavoro a chiamata, niente scooter di proprietà e mazzo di chiavi gigante da portare in giro per accogliere i turisti secondo un timing prestabilito da remoti algoritmi.

«Comincio a lavorare intorno alle 9 del mattino - Spiega Roberta -. Il mio compito è quello di presentare l’appartamento, consegnare le chiavi, raccontare la città e i luoghi che meritano assolutamente di essere visitati».

Insieme ad altre colleghe non ha molto tempo da perdere. Perché se in bassa stagione gli appartamenti da consegnare sono una decina al giorno, da aprile a ottobre diventano più di venti, anche 25. E per ognuno il tempo necessario per effettuare la procedura di un check in completo è di circa mezz’ora. «Ci sono anche delle piccole emergenze - aggiunge Roberta -. Qualche volta i clienti fanno fatica a ritrovare l’appartamento o segnalano qualche problema nell’abitazione. Interveniamo subito andando a prenderli o inviando uno dei nostri manutentori».

Il caso di Roberta, va sottolineato, non rappresenta la norma. Le società che si occupano di gestire a tutto tondo gli appartamenti per conto dei proprietari, dal posizionamento sui principali portali degli annunci alla pulizia, dalla conferma delle prenotazioni alla la verifica dei pagamenti, stanno crescendo in maniera impetuosa. Generando al contempo una domanda di figure professionali che abbraccia home stager, manutentori, e appunto, i cosiddetti key holder. E basta uno sguardo alle numerose richieste di lavoro per capire che l’articolato e complesso fenomeno della Gig economy coinvolge per intero questo settore. Uno per tutti: «La risorsa si occuperà dell’accoglienza ospiti, italiani e stranieri, con spostamenti su tutto il territorio della città. Richiesta disponibilità a lavorare su turni, festivi compresi» e occore anche saper guidare uno scooter (prefibilmente di proprietà). Non manca la richiesta di skills più evolute come l’ottima conoscenza, oltre che della lingua inglese, anche di un uleriore lingua straniera. Ancor meglio se cinese o russo. Il lavoro è a chiamata. La retribuzione è tramite voucher.

«È così - conferma Roberta - conosco molte persone che svolgono questa professione, anche all’estero e so di essere particolarmente fortunata e di poter lavorare in una start up molto dinamica».

Qualche inconveniente? «Lavorare nel turismo significa operare in un settore che non conosce soste. Domenica, Natale, tutte le feste... non ci fermiamo mai. Siamo operativi 365 giorni all’anno. Ma per fortuna ci alterniamo».

Lo stipendio di Roberta, per la cronaca, è di circa 1.100 euro al mese netti.

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