Contrattazione

Contratti decentrati driver dell’innovazione

di Giorgio Pogliotti

Il premio di produttività si sta affermando come un driver dell’innovazione. Sempre più imprese attraverso la contrattazione decentrata, oltre a dare un impulso alla crescita della produttività del lavoro, affrontano la sfida della rivoluzione tecnologica. Con accordi, raggiunti a livello aziendale o territoriale, che condizionano l’erogazione del premio di risultato detassato (o delle prestazioni di welfare esentasse).

Non solo ai tradizionali parametri di efficienza e redditività aziendale, ma anche a nuovi indicatori. Che fanno riferimento al numero di prodotti venduti che dispongono di connessione digitale, al superamento di test di formazione 4.0 da parte dei dipendenti, o al numero dei brevetti depositati, come riportato nella (parziale) carrellata di best pratice pubblicata in questa pagina.

I contratti di produttività si stanno diffondendo, soprattutto tra le grandi e medie imprese. In base agli ultimi dati del ministero del Lavoro al 15 dicembre risultavano depositati 28.515 contratti aziendali e territoriali; di questi 15.639 sono quelli ancora attivi (12.644 aziendali e 2.995 territoriali). Tra i contratti che hanno ancora validità, 12.269 si propongono di raggiungere obiettivi di produttività, 9.033 di redditività, 7.302 di qualità, 5.236 prevedono misure di welfare aziendale e 2.039 un piano di partecipazione. «Molte imprese stanno introducendo parametri legati a Industry 4.0 - spiega il responsabile dell’area Lavoro di Assolombarda, Stefano Passerini - collegando il premio di produttività a processi di digitalizzazione che coinvolgono anche la formazione dei dipendenti. L’incentivo fiscale per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori rappresenta una spinta ulteriore all’innovazione organizzativa».

Si sta anche assistendo ad un’evoluzione nelle scelte dei lavoratori: il premio di risultato può essere convertito in voucher per ottenere servizi di welfare aziendale per un’ampia gamma di prestazioni(assistenza domiciliare per anziani e disabili, asilo nido, mensa, previdenza complementare), e questa opportunità - lo confermano i dati del ministero - è colta ormai da un terzo dei contratti in vigore.

Un incentivo forte allo sviluppo di questa tendenza è rappresentato dal contratto nazionale dei metalmeccanici 2016-2019 firmato da Federmeccanica e sindacati, che prevede l’erogazione di una somma da destinare al welfare aziendale (100 euro a giugno del 2017, 150 euro a giugno del 2018 e 200 euro a giugno del 2019) che si aggiunge a premi aziendali totalmente variabili. «Quando il livello aziendale punta sui premi di risultato e sul welfare, punta sulla produttività delle imprese e sulla motivazione dei lavoratori - sostiene il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi-. Collegando in maniera effettiva i salari alla produzione di valore si attiva un circuito virtuoso, al di là dell’aspetto economico che anche è molto rilevante. Insomma soluzioni aziendali “win win”, con un Ccnl sullo sfondo che garantisce a tutti diritti e tutele di grande valore sociale ed economico come la formazione, l’assistenza sanitaria integrativa e i flexible benefits».

La mappa dei contratti

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