Contrattazione

Nel tessile-moda 47mila nuovi posti: uno su tre al Centro

di Marta Casadei

Oltre 47 mila nuovi posti di lavoro entro il 2021, pari al 10% dell’intero settore. Il tessile-moda, fiore all’occhiello del manifatturiero made in Italy con 53 miliardi di euro di ricavi 2016, ha davanti a sè una sfida importante: preparare una nuova generazione di professionisti - dai tecnici ai manager - che siano in grado di rimpiazzare quel “capitale umano” che rappresenta uno dei pilastri del made in Italy. E di renderlo particolarmente apprezzato nei mercati stranieri, che assorbono il 65% del fatturato di settore.

Di questo tema si è parlato all’assemblea annuale dei Giovani Imprenditori di Sistema Moda Italia, tenutasi ieri a Piazza Affari, a Milano. L’Associazione ha discusso di “Formazione tessile a 360 gradi” insieme a Fondimpresa, Borsa Italiana, Confindustria e comON.

«La formazione nel tessile è l’elemento fondante del made in Italy - ha detto Alessandra Guffanti, presidente del gruppo Giovani Imprenditori di Smi, in apertura del convegno -. Le nostre aziende avranno bisogno di oltre 3.200 laureati e 16mila diplomati e in quest’ottica è fondamentale che le imprese e il mondo della formazione dialoghino di più e creino offerte formative adeguate ai fabbisogni reali del mercato».

In questo momento il settore si trova alle soglie di un decisivo passaggio del testimone: circa 49 mila dei 495 mila addetti ai lavori andranno infatti in pensione entro i prossimi cinque anni. In questo scenario di cambiamento, al quale fa da sfondo una trasformazione ancora più profonda del settore moda, il tema della formazione è chiave. Anche perchè coinvolge da vicino tutto il territorio nazionale.

Secondo un’analisi su dati Istat, Excelsior e Unioncamere , infatti, il fabbisogno di professionisti della moda da inserire nel quinquennio 2017-2021 è ben spalmato su tutta Italia:il Centro assorbirà il 32% dei futuri occupati, seguito dal Nord-Ovest (28,8%), dal Nord-Est (23,7%) e dal Sud e le isole (15,5%).

Le imprese non devono però limitarsi a formare le nuove generazioni, ma occuparsi del potenziamento delle competenze dei loro dipendenti, per adeguarle a un settore in evoluzione.

Nel 2016 sono state più di 4.300 le aziende che hanno scelto di puntare sulla formazione continua per far crescere i propri (nel complesso) 165 mila dipendenti. A dichiararlo è Fondimpresa, fondo costituito nel 2003 da Confindustria, Cgil Cisl e Uil che negli ultimi tre anni ha realizzato oltre 1 milione di ore di formazione nelle imprese del settore tessile, iniettando 26 milioni di euro.

Parte della formazione è stata dedicata a nuove competenze tecnologiche: «Oggi l’innovazione interessa anche la piccola e piccolissima impresa - ha detto Bruno Scuotto, presidente di Fondimpresa -. Il capo fatto interamente a mano verrà venduto più facilmente dall'altra parte del mondo se veicolato da marketing mirato, se supportato da una piattaforma informatica in grado di farlo acquistare on line, se reso più economico da processi produttivi e organizzativi in grado di ottimizzare risorse»

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