Contrattazione

Lavoro in crescita ma solo a termine

di Claudio Tucci

Meno richiesta di cassa integrazione, anche per effetto delle regole più stringenti (e onerose per le imprese) introdotte dal Jobs act. Domande di disoccupazione sempre su livelli elevati (a settembre, sono state inoltrate all’Inps 218.003 istanze). Secondo “segno meno” consecutivo nel saldo dei nuovi contratti stabili: nel periodo gennaio-settembre la differenza tra assunzioni a tempo indeterminato, comprese le trasformazioni, e cessazioni è risultato pari a -9.955 rapporti (nello stesso periodo 2016 si rimbalzava a +22.209 contratti; nel 2015 addirittura +487.075).

I dati sul mercato del lavoro diffusi ieri dall’Istituto guidato da Tito Boeri descrivono una situazione che permane “in chiaro-scuro”: la fine degli sgravi generalizzati targati Renzi-Poletti, e il clima di incertezza politica, stanno influenzando le scelte assunzionali delle aziende. Nei primi nove mesi del 2017 si sono registrati 740.809 rapporti in più; ma la stragrande maggioranza sono risultati a termine (+624.444 contratti). Anche la dinamica delle nuove attivazioni sta seguendo questo trend, con una impennata dei rapporti a tempo, compresi somministrazione e lavoro a chiamata, (+20,1%, - si sostituiscono gli abrogati voucher) e dell’apprendistato (+26,9%), mentre sono in riduzione i contratti stabili (-3,5%; una contrazione, peraltro, ha aggiunto l’Inps, interamente imputabile alle assunzioni part-time). La tendenza ha ripercussioni sulla composizione degli ingressi: la percentuale dei nuovi rapporti a tempo indeterminato sul totale è scesa al 23,7% (nel 2016 si sfiorava il 29%; l’anno prima, si schizzava al 38,3 per cento).

La fotografia con luci e ombre del nostro sistema occupazionale si rinviene pure analizzando le richieste di cassa integrazione da parte delle imprese e le domande di Naspi. Nei primi 10 mesi dell’anno le ore di Cig autorizzate si sono ridotte del 39,86% (ma nell’ultimo mese, ottobre su settembre, sia la cassa ordinaria sia quella straordinaria hanno ripreso a crescere, quest’ultima addirittura, +116,2 per cento). L’Abi, sempre ieri, ha reso noto di aver prorogata la convenzione che regola la possibilità per le banche aderenti di anticipare ai lavoratori i trattamenti di integrazione salariale straordinari nei casi di sospensione dal lavoro a zero ore.

Certo, «una graduale ripresa economica è in atto. Più inattivi si rimettono in cerca. Ma ci sono ancora crisi aziendali in atto, che interessano la fascia mediana dei lavoratori - ha spiegato l’economista del Lavoro, Carlo Dell’Aringa -. Le politiche attive devono ora decollare». Anche perchè le domande di disoccupazione non accennano a sgonfiarsi: le 218.003 istanze di settembre sono in linea con le 218.028 richieste di un anno prima; e sono più che raddoppiate rispetto alle 103.863 di agosto 2017.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©