Contrattazione

Il primo sciopero ad Amazon: venerdì consegne a rischio

di Andrea Biondi

I sindacati per primi sanno che è una scommessa. Lo sciopero indetto nel sito di Castel San Giovanni, nel Piacentino, rappresenta un unicuum nella storia di Amazon nel nostro Paese.

Di certo, quel che i rappresentanti delle organizzazioni sindacali – Ugl Terziario, Fisascat Cisl, Filcams Cgil, Uiltucs Uil – dicono è che le assemblee dei lavoratori dei giorni scorsi hanno restituito questo risultato: la volontà di far sentire la propria voce al gigante di Seattle, con un’azione forte che si concretizzerà in una giornata di sciopero. Non in un giorno qualsiasi, ma domani, in quel 24 novembre in cui si celebra il “Black friday”: usanza d’Oltreoceano che ha conquistato ormai già da qualche tempo l’italico e-shopping. Questa giornata, che cade nel venerdì dopo il Giorno del Ringraziamento negli Usa, è una delle più succulente dell’anno per l’e-commerce. Sconti fuori dal comune fanno da calamita per acquisti in un giorno che per Amazon ha sempre rappresentato un successo. È nel Black friday che nel 2016 il sito di Castel San Giovanni ha infatti raggiunto il picco di ordini (1,2 milioni dirca).

Il magazzino nel Piacentino, che è stato l’avamposto delle attività di Amazon in Italia, rappresenta da qualche tempo ormai il teatro della scommessa che il mondo sindacale ha deciso di giocare con il colosso dell’e-commerce: la stesura di un contratto integrativo per i dipendenti, tutti assunti a Castel San Giovanni con contratto del commercio, a 1.450 euro lordi (quelli dei tre depositi di smistamento ad Avigliana, Origgio e Rogoredo hanno invece il contratto della logistica). In questo fulfillment center – al quale si sono aggiunti da poco i centri di Vercelli e Passo Corese – lavorano in 1.600 assunti stabili cui si uniscono 2mila con contratti in somministrazione per il picco di Natale (da ottobre a dicembre). Dopo, a gennaio, per tre settimane si può accettare il “The Offer” (aiuti economici per chi vuole cambiare). Esiste anche la “Career Choice”: progetti di formazione per ottenere qualifiche, con Amazon che paga il 95% di rette e libri.

I sindacati sono entrati, con le loro Rsa, circa un anno fa a Castel San Giovanni. Da lì è iniziato il percorso per il contratto integrativo, ma senza esito finora. Da qui lo sciopero perché, spiegano i sindacati, da Amazon Italia «non vi è stata alcuna apertura concreta all’aumento delle retribuzioni o della contrattazione del premio aziendale, considerando anche la crescita enorme di questi anni. I ritmi lavorativi non conoscono discontinuità, le produttività richieste sono altissime e il sacrificio richiesto non trova incremento retributivo oltre i minimi contrattuali». Bisognerà vedere in quanti si fermeranno, ritardando spedizioni e consegne, visto che i lavoratori sono suddivisi quasi a metà fra stabili e “green badge”, i somministrati che con ogni probabilità non parteciperanno allo sciopero.

Amazon commenta con una nota: «In Italia così come avviene negli altri Paesi in Europa in cui siamo presenti, manteniamo relazioni con le rappresentanze dei lavoratori e le organizzazioni sindacali; allo stesso tempo portiamo avanti la nostra politica di porte aperte che incoraggia i dipendenti a trasferire commenti, domande e preoccupazioni direttamente al proprio management team» . In questo quadro, rivendica la branch italiana del colosso di Bezos, «i salari dei dipendenti di Amazon sono i più alti del settore della logistica, e sono inclusi benefit come gli sconti per gli acquisti su Amazon.it, l'assicurazione sanitaria privata e assistenza medica privata».

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