Contrattazione

Stop all’aumento di posti fissi

di Giorgio Pogliotti

Un mercato del lavoro che si è fermato: a settembre continuano a crescere i contratti a termine, calano quelli permanenti, ed ha ripreso a salire la disoccupazione giovanile che ha raggiunto il 35,7%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto ad agosto (e in calo dell’1,2% su settembre 2016).

La fotografia di settembre scattata dall’Istat evidenzia un tasso di occupazione al 58,1%; rispetto ad agosto si registra un incremento di 2mila occupati, frutto di una crescita di indipendenti (+19mila) e contratti a termine (+mille) e di una caduta dei contratti permanenti (-18mila), con donne e 15-34enni penalizzati. Sempre sul versante congiunturale, il tasso di disoccupazione all’11,1% segna una diminuzione dei disoccupati (-5mila), mentre crescono gli inattivi (+25mila).

Sul fronte tendenziale, si contano 326mila occupati in più rispetto a settembre 2016, per effetto della crescita di 361mila contatti a termine e di 26mila contratti permanenti, controbilanciata da un calo di 60mila indipendenti, anche per la stretta operata dal Jobs act sulle false collaborazioni. Ad aumentare sono soprattutto gli occupati con più di 50 anni (+415mila), ma anche la fascia 15-34 anni (+22mila), in calo quella tra 35-49 anni (-110mila) ma l’Istat avverte che «su questo dato influisce in modo determinante il calo demografico di questa classe d’età». Al netto della componente demografica, secondo l’Istat «su base annua l’incidenza degli occupati cresce tra tutte le fasce d’età».

Quanto ai disoccupati, rispetto a settembre 2016 sono 155mila in meno, mentre gli inattivi scendono di 129mila unità. Preoccupa la disoccupazione giovanile: nella fascia d’età tra 15 e 24 anni i senza lavoro toccano il 35,7%, ben oltre il dato Eurostat che registra una media dell’area Euro al 18,7% (in calo dal 18,8% di agosto) e del 16,6% nei 28 paesi Ue (dal 16,7% di agosto). Peggio di noi fanno solo Spagna (37,2%) e Grecia (42% a luglio è l’ultimo dato disponibile). Anche il tasso di disoccupazione per tutte le fasce d’età in Italia resta più alto della media della zona euro dove a settembre è sceso all’8,9% (dal 9% di agosto) che è il valore più basso da gennaio 2009, e della Ue-28 dove resta stabile al 7,5%.

Per il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti «si conferma la tendenza di medio-lungo periodo di crescita dell’occupazione con più 326mila occupati nell’ultimo anno, più 986mila da febbraio 2014, dei quali 535mila permanenti», bisogna «migliorare la condizione dei giovani, per questo abbiamo previsto misure specifiche nella legge di Bilancio». Ma per l’economista del lavoro, Carlo Dell’Aringa, gli sgravi per gli under 35 «sono solo un primo passo, le risorse sono poche per il 2018, vanno implementate». Dall’opposizione, Mariastella Gelmini (Fi), guardando alla disoccupazione giovanile sostiene: «La sinistra si svegli, meno bonus renziani a pioggia e più politiche attive del lavoro». Maurizio Sacconi (Epi) parla di un mercato del lavoro «stagnante, caratterizzato da un modesto incremento degli occupati in proporzione alla ripresa dell’economia, che conferma una faticosa inclusione dei giovani ed una bassa partecipazione delle donne».

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