Contrattazione

Premi di produttività in crescita

di Claudio Tucci

Lombardia, Veneto, Piemonte continuano a spingere sui premi di produttività. Conquista spazi anche il “welfare aziendale”; e prosegue, pure, la crescita dei contratti territoriali, che adesso toccano quota 2.319 (un mesetto prima erano fermi poco più di 2.200 intese - sta quindi funzionando l’accordo siglato a luglio 2016 tra Confidustria e Cgil, Cisl, Uil che ha aperto le porte dei premi di risultato anche nelle imprese più piccole, prive cioè di rappresentanze sindacali, Rsu o Rsa).

La fotografia, aggiornata al 15 settembre, scattata ieri dal ministero del Lavoro, ha confermato una certa “vitalità” della contrattazione di prossimità, come evidenziato anche dall’inchiesta condotta nelle scorse settimane su questo giornale: dall’avvio della procedura per il deposito telematico dei contratti aziendali e territoriali - sottoscritti per beneficiare della detassazione al 10% o della completa esenzione fiscale in caso di conversione delle somme incentivanti in misure di welfare - si sono contati 25.658 dichiarazioni di conformità (309 in più rispetto ai 25.349 moduli rilevati a metà agosto).

Le dichiarazioni che si riferiscono a contratti tuttora attivi sono arrivate a 13.004 (+293 - erano 12.711 secondo la rilevazione del mese scorso - valore medio del premio, poco più di 2mila euro); e spicca come ad aumentare siano un pò tutte le “causali” contenuti negli accordi di secondo livello: delle oltre 13mila intese “attive” ben 10.209 infatti si propongono di raggiungere obiettivi di produttività (a metà agosto erano 9.989). E ancora: 7.413 contratti hanno puntato sulla redditività (nel precedente report ci si fermava a 7.225); 4.024 hanno puntato invece su misure di “welfare aziendale” (anche qui in aumento rispetto ai 3.909 di metà agosto).

In leggera crescita pure le intese che hanno deciso di puntare su “piani di partecipazione”: hanno toccato quota 1.740 (31 in più sul mese); probabilmente un primo segnale di gradimento delle nuove norme introdotte con la manovrina 2017, che hanno disposto un incentivo ad hoc pure per le imprese che prevedono, appunto, la partecipazione dei lavoratori (riduzione di venti punti percentuali dell’aliquota contributiva su una quota delle erogazioni premiali non superiore a 800 euro).

«Sono tutti numeri positivi - ha commentato Marco Leonardi, a capo del team economico di palazzo Chigi -. L’incremento delle forme di partecipazione è un segnale incoraggiante. Personalmente ritengo che il coinvolgimento dei lavoratori sia la strada migliore per spingere, davvero, la produttività, specie ora con l’avvento di Industria 4.0».

Certo, la contrattazione di secondo livello è ancora presente essenzialmente da Roma in sù (mostrano numeri in crescita anche Lazio e Toscana); il Meridione arranca. L’andamento dell’Emilia Romagna andrà invece approfondito, visto l’elevato numero di intese territoriali (sono quasi la metà degli accordi aziendali).

Il punto è che «bisogna premiare il collegamento virtuoso tra salario e produttività - ha spiegato Pierangelo Albini, direttore dell’area Lavoro, welfare e capitale umano di Confindustria -. Ciò porterà vantaggi a imprese e lavoratori. La contrattazione potrà aiutare questo processo. Anche quella territoriale, se utilizzata come strumento che estende alle pmi la possibilità di introdurre i premi di risultato».

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