Contrattazione

In Lombardia fa scuola il modello di Assolombarda

di Cl.T.

Dalla riduzione degli scarti di lavorazione alla lotta all’assenteismo, passando per il numero di brevetti depositati, lo sviluppo di nuovi prodotti, il grado di soddisfazione dei clienti. Anche in Lombardia, e in particolare nei territori di Milano, Lodi, Monza, su input di Assolombarda, si è deciso di dare rapida attuazione all’accordo Confindustria-Cgil, Cisl e Uil di luglio 2016 che, attraverso la leva delle intese territoriali, consente anche alle imprese prive di Rsu/Rsa di introdurre un premio di produttività variabile per i propri dipendenti, beneficiando del regime fiscale di favore (oggi ulteriormente agevolato per le aziende che prevedono la partecipazione dei lavoratori - una riduzione di 20 punti di contributi sui primi 800 euro di bonus).

«A fine luglio 2016 eravamo già pronti - ha spiegato Stefano Passerini, responsabile dell’Area sindacale di Assolombarda -. Assieme a Cgil, Cisl e Uil abbiamo sottoscritto accordi territoriali per Milano, Monza e Lodi in cui si è condivisa una comunicazione scritta (format) che il datore consegna ai lavoratori nella quale dichiara che, in applicazione dei medesimi accordi, viene istituito un premio di risultato. In questo format abbiamo elencato una ventina di indicatori per misurare, nel concreto, gli incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione, previsti dalla legge. Si è deciso di essere piuttosto chiari: si spazia infatti dai volumi di produzione, al fatturato, ma entrano in gioco anche la riduzione di infortuni e consumi energetici, fino ad arrivare alle modifiche dei regimi orari o allo smart working. Al momento le aziende che hanno aderito al nostro format sono quasi 30, un pò di tutte le dimensioni».

Del resto, la procedura per introdurre in queste realtà imprenditoriali (di solito pmi) i premi di produttività è piuttosto semplice: il primo passo per l’impresa associata è la compilazione del format, barrando gli indicatori prescelti, da trasmettere, successivamente, ad un comitato paritetico di valutazione costituito presso Assolombarda che esprime una valutazione “di indirizzo” suggerendo modifiche/adeguamenti qualora il format non sia stato compilato in modo corretto ovvero i parametri di commisurazione del premio non siano determinati in modo idoneo. Quando arriva l’ok, l’azienda dovrà solo inviare, online, copia del format ai propri dipendenti per informarli dell’istituzione del premio. «Non ci sono ulteriori trattative da svolgere e non si introducono forme retributive territoriali - ha chiarito Passerini - ma si affida alle parti sociali del territorio un ruolo propulsivo per guidare le pmi verso l’introduzione di forme di salario variabile legate ai risultati aziendali. Proprio in funzione di ciò, gli incentivi non sono a pioggia, ma ciascuna impresa è libera di costruire i parametri migliori per erogare il bonus premiale». Che verrà comunque liquidato in busta paga “ex post”, a obiettivi raggiunti (ci dovrà essere un miglioramento delle performance aziendali).

La sfida è quella di una progressiva valorizzazione della contrattazione di secondo livello, che potrà allargare i propri confini fino ad affrontare le questioni relative alla produttività e alle nuove professionalità richiesta da Industria 4.0. «E qui Assolombarda - ha concluso Passerini - può dare un contributo attraverso la diffusione delle buone pratiche per accelerare così quel processo di modernizzazione, che consideriamo un’opportunità per il recupero di competitività del nostro Paese».

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