Contrattazione

Per l’agricoltura troppe limitazioni e costi in aumento

di Roberto Iotti

Il debutto soft in agricoltura del contratto per prestazioni occasionali non allontana i tanti dubbi e le perplessità di associazioni e imprese. Lo strumento che di fatto sostituisce i voucher e generalmente indicato come «poco flessibile» e presenta forti limitazioni rispetto al recente passato.

«Dal punto di vista delle segnalazioni da parte degli associati - spiega Roberto Caponi, responsabile area sindacale di Confagricoltura - la giornata è stata nella norma. Resta comunque il fatto che per aziende più strutturate come quelle associate a Confagricoltura, il contratto per prestazioni occasionali introduce forti limitazioni, quali il tetto dei 5mila euro per l’utilizzatore e il limite dei cinque dipendenti per azienda per poter essere utilizzato. Buona parte delle nostre aziende eccede questi limiti e l’unico strumento che rimane per impiegare lavoratori stagionali è quello dell’assunzione a tempo determinato. Però, questo, significa dover affrontare ben 18 adempimenti per, magari, due giornate di lavoro. Una complicazione piuttosto che una semplificazione», conclude Caponi.

«Dal punto di vista delle aziende abbiamo ormai constatato molta rassegnazione», rilancia Claudia Merlino, responsabile delle relazioni sindacali di Cia . «Prima di tutto va ricordato - aggiunge - che molte aziende hanno ancora i vecchi voucher da portare a esaurimento entro l’anno. Quindi viviamo una fase di transizione con uno strumento vecchio e uno nuovo in applicazione. Il contratto di lavoro occasionale, se da un lato introduce stretti vincoli per contrastare quello che è stato definito un eccesso di utilizzo del voucher, dall’altro impone una serie di costi a carico delle imprese che prima non c’erano. Come l’iscrizione del prestatore d’opera alla gestione separata Inps, che implica un aggravio del 33%».

La Cia segnala anche i ritardi nell’attivazione della piattaforma digitale, per ora aperta solo ai privati. «Escludere, come sembra, sino a fine mese il mondo dell’associazionismo - spiega Merlino - vuol dire non riconoscere il nostro ruolo di assistenza ai nostri associati. È compito delle associazioni di categoria fornire supporto alle aziende, ma per ora l’Inps non ce ne dà la possibilità».

Romano Magrini, dirigente Coldiretti , aggiunge: «La difficoltà maggiore, dal punto di vista burocratico, è che per il settore agricolo l’Inps non prevede nella sua circolare esplicativa la dichiarazione di inizio lavoro con durata di tre giorni. Quindi, ogni mattina, il datore deve comunicare all’Inps i nominativi dei lavoratori che impiegherà nella giornata. Se sommiamo questo alla gestione dei riposi e alle oggettive difficoltà che il lavoro in campagna pone, basti pensare al meteo, si capisce come il contratto di prestazione occasionale in agricoltura ponga serie difficoltà».

Altra problematica rilevata dagli uffici di Coldiretti è quella relativa all’indicazione dell’orario di inizio lavori. «Tutte situazioni di difficoltà che stiamo toccando con mano proprio nei giorni di massimo lavoro, come le campagne di raccolta di ortaggi e frutta. A breve, poi comincerà la raccolta dell’uva da tavola al Sud, un’operazione a forte contenuto di mano d’opera. Lì vedremo se ci saranno dei miglioramenti. Tutto resta da verificare alla prova pratica in campo».

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