Contrattazione

Ingegneri, boom di assunzioni

di Giuseppe Latour

Ossigeno per gli ingegneri dal mercato privato. Ieri mattina ad Assisi è partito il 62esimo Congresso nazionale della categoria, con la relazione introduttiva del presidente del Cni, Armando Zambrano.

L’appuntamento è il primo del nuovo ciclo di governo del Consiglio nazionale, dopo le elezioni dello scorso inverno. E, come testimoniano le analisi del Centro studi, ha sancito qualche importante segnale di ripresa della congiuntura: mai, dopo l’inizio della crisi, le assunzioni nel settore privato erano andate così bene come è accaduto nel corso del 2016.

Da una parte, per gli ingegneri c’è una contrazione dei redditi professionali «oramai da considerarsi strutturale», come ha spiegato Zambrano. E ci sono novità destinate a creare moltissimi problemi, come l’attivazione dello split payment dal primo luglio: «La drastica contrazione della liquidità determinata dal mancato incasso dell’Iva comporterà per i professionisti il crescente ricorso a fonti di finanziamento bancario». Eppure, qualche segnale di vitalità c’è e arriva proprio dalle imprese. «Il numero di laureati in ingegneria assorbiti dal sistema produttivo italiano - ha detto il presidente Cni - ha registrato il picco massimo mai raggiunto da quando il Centro studi ha cominciato, sedici anni fa, l’analisi dei dati sulle assunzioni».

I numeri presentati ieri parlano di 26.540 assunzioni di ingegneri nel corso del 2016. Qualche confronto consente di pesare questa performance. Nel 2015 eravamo poco sopra quota 23mila e nel 2014 poco sotto le 18mila unità. Addirittura, se risaliamo al 2012, scendiamo a circa 15mila assunzioni. Quindi, nel 2016 l’incremento è stato di tredici punti e nel giro degli ultimi cinque anni addirittura di oltre 48 punti. Per trovare un andamento simile bisogna tornare al 2008, ultima occasione nella quale è stata superata quota 26mila.

L’analisi delle specializzazioni più richieste consente di capire come si sta muovendo il mercato. Poco meno della metà delle assunzioni (11.790) è arrivata nel comparto dell’ingegneria elettronica e dell’informazione. Il 26% (7.090) è stato assorbito nel settore dell’ingegneria industriale. Subito dietro (5.610) ci sono le assunzioni di ingegneria gestionale e dell’automazione. A soffrire di più, invece, è l’ingegneria civile e ambientale, poco sopra i duemila assunti.

Ed è proprio la crisi delle specializzazioni legate all’ingegneria civile un altro dei segnali di sofferenza confermati ieri dalla relazione di Zambrano. Una sofferenza che si riverbera sull’albo, dal momento che gli ingegneri civili e ambientali sono gli unici per i quali l’accesso agli elenchi è essenziale per l’esercizio dell’attività lavorativa. Questa situazione, allora, comporta una conseguenza evidente: molti professionisti non hanno più bisogno dell’iscrizione. «In sostanza - ha sottolineato Zambrano - circa due laureati su tre non svolgono l’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione. Non solo: negli ultimi anni si è intensificata la tendenza a sostenere l’esame di Stato, senza però procedere all’iscrizione». Tra tutti i potenziali nuovi ingegneri, «quattro laureati su cinque circa non si iscrivono all’albo professionale».

Questa fuga dall’albo, però, non è una condanna, secondo il presidente. L’impegno per il futuro, infatti, è di «costruire ordini sempre più capaci di essere attrattivi per i giovani e fornire servizi ai propri iscritti».

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