Contrattazione

Un decreto legge per evitare il referendum sui voucher il 28 maggio

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Vedi le schede: Verso il referendum

Si svolgeranno il 28 maggio i due referendum abrogativi promossi dalla Cgil per cancellare la normativa sul lavoro accessorio e ripristinare la piena responsabilità solidale tra committente e appaltatore, correggendo le disposizioni della legge Biagi. Il governo ha annunciato la data del referendum, ma opposizione e Cgil chiedono l’abbinamento con le elezioni amministrative, in un election day che il ministro Giuliano Poletti non esclude.

Nel vertice di ieri in tarda serata con il premier Paolo Gentiloni, l’orientamento prevalente è stato quello di “neutralizzare” l’effetto del referendum ricorrendo ad un decreto legge, da portare al prossimo Cdm. Si prevede l’abolizione tout court della normativa sul lavoro accessorio, precludendo l’utilizzo dei voucher a tutti, famiglie e imprese. « La sfida è correggere nei prossimi giorni le norme che saranno oggetto del referendum», ha detto Gentiloni. Questa ipotesi andrebbe ben oltre il testo unificato all’esame della commissione Lavoro della Camera, «suscettibile di cambiamenti», secondo il presidente Cesare Damiano (Pd): alle 16 di oggi scade il termine per gli emendamenti, domani è previsto il voto. Nella stessa commissione è stato presentata anche una proposta di legge sulla responsabilità solidale negli appalti che, spiega il relatore Davide Baruffi (Pd) «ripristina integralmente la responsabilità solidale negli appalti, stimolando la contrattazione tra le associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori più rappresentative per individuare clausole di maggior favore».

Tornando all’ipotesi del Dl con l’abrogazione dei voucher, i tecnici di palazzo Chigi e del ministero del Lavoro stanno ragionando su come gestire il periodo transitorio, considerando che le novità entrerebbero in vigore subito. Quanto al testo unificato, propone invece un limite annuo complessivo di utilizzo di 3mila euro per famiglie e imprese senza dipendenti (le altre imprese sono escluse). Per gli imprenditori senza addetti e i professionisti il valore nominale del voucher aumenta a 15 euro (resta di 10 euro per le famiglie). Il lavoratore pagato con voucher non potrà ricevere compensi annui oltre 5mila euro (rispetto agli attuali 7mila euro), con l’attuale tetto di 2mila euro per ciascun committente. Vengono elencate le attività di natura «prettamente occasionale» retribuibili con i voucher (piccoli lavori domestici a carattere straordinario, insegnamento privato supplementare) e i prestatori di lavoro accessorio (disoccupati, pensionati, giovani under 25, disabili, extracomunitari regolari disoccupati da sei mesi). L’utilizzo improprio del buono lavoro è soggetto a una sanzione da 600 a 3.600 euro e fa scattare la trasformazione in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

Secondo la Cgil la proposta della commissione Lavoro sui voucher non basta per far venire meno le ragioni del referendum e serve un intervento anche sul tema degli appalti. Ma l’ipotesi abrogazione per decreto legge potrebbe cambiare le carte in tavola. L’ultima parola spetta alla Cassazione. Per ragioni opposte, il testo della Camera è criticato dal presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (Ap), che ha depositato una proposta alternativa: «Prevede il tetto annuo di 1.500 euro delle remunerazioni con voucher per il lavoratore - spiega Sacconi -, il divieto di utilizzo nei cantieri edili, la semplificazione dell’acquisto e gestione dei buoni da parte delle famiglie».

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