Contrattazione

Per mamma e papà permessi retribuiti al 100%

di Ilaria Vesentini

Mentre si sciopera per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, a Bologna ci si siede anche al tavolo con l’azienda per siglare accordi sindacali apripista nel gestire smartworking e permessi genitoriali per affrontare la recrudescenza della pandemia: è quanto accade nella packaging valley, dove i sindacati hanno appena firmato in GD-Coesia un contratto innovativo, «soprattutto per la capacità di gestire un periodo ibrido e di grande incertezza, determinando garanzie e punti fermi per i lavoratori in una fase in cui di smart e flessibile c’è davvero poco nel lavoro, perché oggi si fa semplicemente home o remote working. Intanto però disegniamo la cornice per essere pronti a modalità di lavoro davvero flessibile quando si tornerà alla normalità», spiega il segretario Fiom, Michele Bulgarelli.

L’accordo, che sarà in vigore fino a fine inverno, prevede laptop aziendali per una più efficace alternanza tra lavoro da remoto e lavoro in sede, orario fisso con effettivo diritto alla disconnessione e niente straordinari durante il lavoro in remoto, che sarà sempre volontario, concordato settimanalmente e garantirà tutti i benefici del Ccnl. «Una ragionevole mediazione di carattere temporaneo - così definiscono il contratto Fiom, Fim e Uilm – e un forte passo avanti rispetto alla situazione dei mesi appena trascorsi, perché fissa nero su bianco una serie di temi costantemente proposti all’azienda durante questi mesi di emergenza sanitaria, come la dotazione di strumenti di lavoro efficienti, connessione Internet a carico dell’azienda, integrazione economica per il vitto e diritto allo scollegamento». Sempre per rispondere a bisogni sociali come l’accudimento dei figli, i sindacati sono arrivati in Gd a un’intesa che prevede l’azienda integri al 100% il contributo Inps per quei lavoratori che non possono svolgere la mansione da remoto e hanno figli minori di 14 anni a casa in quarantena. «Gli scioperi fanno parte della trattativa tra le parti, ma non incrinano la nostra volontà di dialogare con le aziende sui fronti più avanzati della contrattazione di secondo livello. Credo che il modello Emilia dovrebbe essere osservato con più attenzione ai tavoli nazionali, invece di alzare il tono dello scontro. È interesse comune salvaguardare il valore e la competitività delle nostre fabbriche», conclude il segretario Fiom di Bologna.

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