Contrattazione

Così a San Lazzaro di Savena l’Arci cambia la legge sul lavoro

di Ilaria Vesentini

In piena campagna elettorale con Berlusconi a destra che prima annuncia e poi nega di voler abolire il Jobs Act e Poletti a sinistra che sventola il sistema a tutela crescenti quale ricetta che ha dimezzato la Cigs e creato un milione di nuovi posti di lavoro, nella rossa Bologna è stato firmato un piccolo accordo tra sindacato e “azienda” che sta facendo grande rumore, perché il Jobs act lo cancella davvero. Sia per i vecchi sia per i nuovi assunti. E non in occasione di un contratto integrativo in scadenza, ma perché le disparità di trattamento tra lavoratori vecchi e nuovi con uguale ruolo e mansione non andava giù a nessuno, dirigenti compresi.

La Cgil, il più antico e potente sindacato del Paese, e il circolo Arci (la più grande associazione popolare di stampo mutualistico) di San Lazzaro di Savena, alle porte del capoluogo, hanno infatti siglato un ’intesa che in sostanza prevede l’applicazione - non solo per gli attuali 26 addetti oggi operativi tra bar, ristorante e attività ricreative, ma anche per i futuri assunti – di tutte le norme sul diritto del lavoro vigenti prima dell’approvazione del Jobs act, in particolare in materia di licenziamenti (articolo 18 ), demansionamenti e strumenti di controllo e sorveglianza.

Insomma, indipendentemente dalla data di assunzione e in barba alle leggi in vigore, saranno applicate le norme previste prima del Dlgs 23/2015 del Governo Renzi. Ovvero la riforma del lavoro Fornero (che peraltro l’articolo 18 l’aveva già azzoppato). Tre i punti cruciali al centro dell’intesa privata: l’azienda non procederà unilateralmente a licenziamenti individuali, né a demansionamenti che tocchino retribuzioni e professionalità e non userà i sistemi di videosorveglianza se non ai soli fini della sicurezza (non per controllare i lavoratori).

«È un atto fortemente politico e di richiamo alla collettività», afferma Fausto Nadalini della Cgil di San Lazzaro, che ha firmato l’accordo assieme alla collega Lorenza Giuriolo della Filcams. E va contestualizzato in un’azienda come l’Arci, che ha il tema del sociale, dell’uguaglianza e della salvaguardia dei diritti e del lavoro nel suo Dna. «Ma in Emilia – ricorda Nadalini – ci sono anche gruppi della meccanica come Bonfiglioli, Lamborghini e Ducati, che attraverso accordi privati condivisi e sottoscritti con la controparte sindacale hanno ripristinato le vecchie norme per tutelare meglio i dipendenti. Noi ora puntiamo ad estendere questa intesa ad altre realtà, a partire dagli altri circoli Arci sopra i 15 dipendenti».

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