Il welfare aziendale continua a crescere
C’è sempre più «welfare aziendale» nei contratti di secondo livello depositati presso il ministero del Lavoro: le intese attive, aziendali e territoriali, che prevedono misure dall’assistenza alla previdenza complementare, dal tempo libero all’istruzione dei figli, hanno raggiunto quota 4.333 (+309 accordi rispetto ai 4.024 censiti a metà settembre). Prosegue, poi, la crescita dei “piani di partecipazione” presenti, adesso, in 1.830 contratti attivi (un mesetto fa ci si fermava a 1.740 - un segnale di gradimento delle nuove norme introdotte dalla manovrina 2017 che hanno incentivato pure le imprese che prevedono, appunto, la partecipazione dei lavoratori).
E sta funzionando, piuttosto bene, anche l’accordo siglato a luglio 2016 tra Confidustria e Cgil, Cisl, Uil per “estendere” i premi di risultato nelle imprese più piccole, prive cioè di rappresentanze sindacali, Rsu o Rsa: i contratti territoriali sono saliti a 2.544 (225 accordi in più rispetto alla rilevazione precedente).
La fotografia, aggiornata al 16 ottobre, scattata ieri dal ministero guidato da Giuliano Poletti, ha confermato una certa “vitalità” della contrattazione di prossimità: dall’avvio della procedura per il deposito telematico dei contratti aziendali e territoriali - sottoscritti per beneficiare della detassazione al 10% o della completa esenzione fiscale in caso di conversione delle somme incentivanti in misure di welfare - si sono contati 26.357 dichiarazioni di conformità (699 in più rispetto ai precedenti 25.658 moduli). Le dichiarazioni che si riferiscono a contratti tuttora attivi sono arrivate a 13.687 (+683 sul mese scorso) con un valore medio del premio di poco superiore ai 2mila euro. Ben 10.758 accordi si propongono di raggiungere obiettivi di produttività (a metà settembre erano 10.209). E ancora: 7.828 contratti puntano sulla redditività (nel precedente report ci si fermava a 7.413).
Certo, rimane il forte divario territoriale. La contrattazione di secondo livello è concentrata da Roma in sù, con in testa la Lombardia (3.993 accordi attivi). Da segnalare anche i numeri positivi di Veneto (1.516), Piemonte (1.294), Lazio (926), Toscana (872). Il Meridione arranca: in Calabria si registrano appena 73 accordi attivi. Il dato dell’Emilia Romagna (2.441 intese) andrà invece approfondito, visto l’elevato numero di contratti territoriali (quasi la metà di quelli aziendali).
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