Contrattazione

Sì definitivo di Aran e sindacati per l’opzione al Tfr fino al 2020

di Roberta Giuliani

Arriva la conferma definitiva sulla possibilità per i dipendenti pubblici in regime di Tfs di esercitare fino al 2020 l'opzione al Tfr e iscriversi alla previdenza complementare. Il 25 maggio è stato sottoscritto tra Aran e sindacati il «contratto collettivo nazionale quadro» che ha di nuovo prorogato il termine dell'articolo 2, comma 3, dell'Aqn 29 luglio 1999 in materia di trattamento di fine rapporto e di previdenza complementare per i dipendenti pubblici.
A quattro mesi dall'ipotesi di accordo siglata il 15 gennaio, l'Agenzia della rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni e i rappresentanti di 12 organizzazioni sindacali hanno firmato in via definitiva la nuova intesa che ha differito al 31 dicembre 2020 il termine del 31 dicembre 2015 fissato da ultimo dall'Aqn del 29 marzo 2011: il personale della Pa in regime di trattamento di fine servizio (Tfs) ha dunque altri cinque anni per continuare a esercitare l'opzione al Tfr (trattamento di fine rapporto) e iscriversi ai fondi di previdenza complementare negoziali.


Le proroghe
Dal primo accordo siglato nel 1999 che aveva fissato la scadenza al 31 dicembre 2001, in questi ultimi 12 anni si sono susseguiti quattro rinvii del termine necessari a perfezionare «le iniziative per l'istituzione dei Fondi pensione complementare per i pubblici dipendenti» (si veda l'articolo pubblicato sul Quotidiano degli enti locali e della Pa del 4 gennaio 2016).


La campagna d'informazione
Le parti in questi ultimi anni si sono attivate per intensificare la campagna di informazione sui fondi pensione (PerseoSirio per i dipendenti di Pa e Sanità ed Espero per il personale della scuola) tanto che nella dichiarazione congiunta numero 2 allegata all'accordo del 25 maggio viene condiviso l'intento di adottare nuove iniziative per accrescere la cultura previdenziale e rafforzare la comunicazione delle amministrazioni pubbliche indirizzata a tutto il personale della Pa ma in modo particolare ai neoassunti.


La verifica dell'accordo
Ecco dunque che nella dichiarazione congiunta n. 1 viene ribadita la necessità «di valutare nuovi strumenti e modalità atti a incentivare l'iscrizione ai fondi pensione negoziali» oltreché vagliare «le conseguenti, necessarie innovazioni della disciplina sulla previdenza complementare».
Una intesa dunque che Aran e sindacati si sono impegnati a tenere sotto constante osservazione: entro un anno dalla sottoscrizione - come sottolineato nel comma 2 dell'articolo unico – le parti si confronteranno per verificare l'attualità dei contenuti ma anche delle disposizioni contrattuali di previdenza complementare.

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