Contenzioso

Ribadito l’obbligo di iscrizione alla gestione separata Inps per ingegneri e architetti

di Matteo Prioschi

Dover versare il contributo integrativo a Inarcassa per le attività di lavoro autonomo non esime architetti e ingegneri che sono principalmente lavoratori dipendenti dall'iscrizione alla gestione separata dell'Inps.

Con la sentenza 2282/2018 depositata ieri la Corte di cassazione ha ribaltato il giudizio espresso in primo e secondo grado e ha ribadito un orientamento già espresso di recente con le sentenze 30344/2017 e 30345/2017.

I giudici di Cassazione ricordano che l'iscrizione alla gestione separata dell'Inps è obbligatoria per chi svolge per professione abituale, anche se non esclusiva, attività di lavoro autonomo e se non è tenuto all'iscrizione a un albo o se, pur iscritto a un albo, non deve versare contributi che determinano la creazione di una posizione previdenziale.
Gli ingegneri che rappresentano una delle parti in causa nelle sentenze, in quanto lavoratori dipendenti non sono tenuti a versare i contributi a Inarcassa, cioè la Cassa di previdenza di architetti e ingegneri liberi professionisti, ma versano all'Inps come dipendenti del settore privato o pubblico. Tuttavia ritengono di non dovere nemmeno contribuire alla gestione separata Inps per l'ulteriore attività libero professionale svolta perché sono tenuti comunque a versare il contributo integrativo a Inarcassa in relazione ai ricavi derivanti da tali attività.

La Cassazione però la pensa diversamente, almeno nelle sentenze citate, in cui si afferma che il contributo integrativo non determina la creazione di una posizione e una prestazione previdenziale e quindi non esime i professionisti che lavorano come dipendenti dal versare i contributi alla gestione separata dell'Inps per l'eventuale attività autonoma svolta.
Questo orientamento giurisprudenziale sta destando preoccupazione tra ingegneri e architetti. Il sindacato Inaredis ha portato la questione all'attenzione del presidente della Repubblica, a cui ha inviato una lettera. Nel documento si legge che la Cassazione sta ribaltando un orientamento pressoché omogeneo (con qualche eccezione) favorevole ai professionisti in primo e secondo grado. Con effetti rilevanti dato che dal 2011 l'Inps “ha spedito migliaia di avvisi a inermi ingegneri e architetti e in più con sanzioni pari all'80% del richiesto. Ci sono colleghi che, per pagare quanto ingiustamente richiesto, avrebbero dovuto accendere un mutuo o vendere lo studio, la casa, ovvero ipotecare tutto quanto guadagnato in una vita”. Secondo Inaredis ci sono orientamenti giurisprudenziali di Cassazione, Corte costituzionale nonché una risoluzione del ministero delle Finanze a favore dei profe

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