Contenzioso

Un puzzle complicato che scoraggia gli investimenti

di Giampiero Falasca

L’estrema complessità del diritto del lavoro italiano è un male antico, che scoraggia gli investimenti e genera una situazione di grande incertezza applicativa; è una sorta di voce aggiuntiva del costo del lavoro, non visibile nei bilanci aziendali ma comunque molto presente nella vita delle aziende.

La stagione di riforma finita sotto il nome di Jobs act ha affrontato in maniera efficace molti temi, ma ha colpevolmente ignorato il tema della semplificazione normativa, finendo anzi per incrementare l’entropia complessiva del sistema.

Questa complessità investe direttamente anche la materia dei licenziamenti, nonostante le grandi battaglie politiche degli ultimi 15 anni abbiano concentrato nell’opinione pubblica l’attenzione solo sul tema della reintegrazione sul posto di lavoro.

Si tratta sicuramente di una misura importante, ma non è il cuore del problema: licenziare in Italia era e resta difficile anche e soprattutto perché il sistema è estremamente complesso e farraginoso, e prevale nella cultura giuridica un profondo formalismo che associa conseguenze pesanti a qualsiasi irregolarità procedurale.

Il tema è reso ancora più complesso dall’esistenza di tanti regimi sanzionatori, costruiti su misura per situazioni differenti; questi regimi usano, con intensità diverse, due tecniche tipiche del diritto del lavoro la reintegrazione sul posto di lavoro e il risarcimento del danno.

Un quadro arzigogolato che nonstante gli sforzi degli ultimi anni per semplificare (dalla legge Fornero, al Jobs act, alla Riforma Madia), il nostro sistema di norme resta molto complesso, con il rischio concreto di stimolare il contenzioso e aumentare l’incertezza, soprattutto per gli investitori esteri.

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